Solo a Bitonto poteva succedere una cosa del genere. E ci viene uno sconforto infinito.
Il geniale Roberto Benigni fa una battuta sulla nostra città e subito si scatena la bagarre fra i nostri concittadini, divenuti sottili esegeti di comici motteggi dopo essere stati allenatori e virologi.
Pronti ad aggredire tutto e tutti, non hanno saputo cogliere il pur facile richiamo nel nostro titolo a quel “vel Butuntis” dell’epigrammatico Marziale.
Senza far ricorso a disegnini esplicativi, è ovvio che: Benigni ha citato Bitonto accostandola a quartieri periferici di Bari o ad uno dei soliti centri con evidente assonanza nel nome, Micheli docet – di qui la necessità di riassumere in un “anche” il non proprio lusinghiero concetto); non crediamo che ci si prendesse gioco di noi come invece almeno in uno dei due brevi componimenti fece il buon poeta di Bilbili, se non altro perché non pensiamo conoscesse i testi in questione; pur non trattandosi di un complimento, non capita tutti i giorni che un premio Oscar faccia il nome della nostra città, sia pure per celia. Una cosa bella, non una tragedia certamente.
Comunque, al netto delle offese indirizzate dall’impareggiabile istrione (mah…), si registrano i due poli opposti.
Da un lato, il sindaco Michele Abbaticchio, che ha subito offerto un Palazzo dell’Ottocento nel borgo antico (che, peraltro, data la collocazione, avrà almeno tre secoli in più di vita). Dall’altro, il maestro Enzo Morelli ha detto: “Benigni se vuole una casa a Bitonto, la comprasse!
Se c’è diponibilità di un alloggio, libero, del Comune, sarebbe bene ospitare qualche famiglia che la casa non ce l’ha”.