“Servono politiche per le città che siano il risultato di una visione strategica e lungimirante, visione che, in molte realtà europee e del mondo, oltre a trasformare l’abitare in una dimensione olistica ha dato un forte impulso al settore delle costruzione che è trainante per tutta l’economia. Bisogna essere in grado di cogliere, trasformandolo in nuove opportunità e soluzione, il processo di cambiamento che sta investendo anche le città italiane. Ma proprio le città, purtroppo, sembrano essere le grandi assenti dai programmi della politica”.
Così da Bari il Consiglio Nazionale degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatore insieme agli Ordini territoriale della Puglia e della Basilica nel corso del Convegno “Le Città del futuro”, prima tappa – delle 14 previste – del percorso di avvicinamento all’VIII Congresso Nazionale degli Architetti italiani che si terrà a Roma dal 5 al 7 luglio prossimi.
Caratteristica del Congresso Nazionale – è stato sottolineato – sarà proprio quella di essere il punto arrivo di una serie di incontri e di dibattiti sul territorio – organizzati dal Consiglio Nazionale degli Architetti in sinergia con gli Ordini territoriali, con le Federazioni e le Consulte regionali – nei quali saranno coinvolti, per realizzare un vero e proprio ascolto dei bisogni delle comunità, i cittadini, le associazioni, i rappresentanti delle istituzioni e delle autonomie locali, della politica, della cultura, dell’economia, della ricerca e la comunità degli architetti.
Al Congresso nazionale di luglio saranno presentate una serie di proposte per realizzare una politica strategica per le città. Città, quelle a cui pensano gli architetti italiani, che diventino sempre più un luogo desiderabile dove vivere, lavorare, incontrarsi, formarsi, conoscere e divertirsi: un luogo attrattivo, dunque, da tutti i punti di vista.
La prospettiva con la quale il Consiglio Nazionale intende affrontare le tematiche congressuali è infatti quella di mettersi a disposizione del sistema Paese per rispondere all’ esigenza dei cittadini che vorrebbero vivere in luoghi sicuri, sani e più belli e per creare, attraverso un ripensamento delle città, le condizioni per riavviare l’economia, promuovere le iniziative imprenditoriali, valorizzare i beni culturali, richiamare gli investimenti.
Nel corso del convegno di Bari sono stati illustrati una serie di dati che riguardano i territori della Puglia e della Basilica e che confluiranno in una ricerca sullo stato dei territori italiani che il Consiglio Nazionale degli Architetti ha commissionato al Cresme e che sarà presentata proprio nel corso del Congresso Nazionale.
Tra questi, va sottolineato come le due regioni, pur non avendo superato le conseguenze della crisi economica dell’ultimo decennio, mostrino segnali di ripresa. Il PIL della Puglia nel 2016 è stato di 70,8 miliardi (4,2% del totale italiano), quello della Basilicata di 11,6 miliardi (0,7% di quello italiano). La crescita nelle due regioni è stata importante nel 2015 e nel 2016, con tassi che hanno fatto ben sperare pur in presenza, nel 2017, di un rallentamento nella crescita.
I segnali che vengono dell’occupazione sono di miglioramento ma con profonde differenze tra le due realtà regionali: in Basilicata il tasso di disoccupazione era salito al 15,2% nel 2013, e oggi è sceso al 12,4% contro il 11,2% dell’Italia; ma soprattutto il tasso di disoccupazione giovanile è passato dal 55,6% del 2013 al 34,2% del 2016, migliore di quello nazionale, pari al 37,8%. In Puglia la situazione è più critica: la disoccupazione è passata dal 21,5% del 2014 al 19,3% del 2016, registrando solo un leggero miglioramento mentre la disoccupazione della fascia più giovane della forza lavoro, quella dei giovani da 15 a 24 anni, è diminuita dal 58,1% al 49,6%, rimanendo su valori molto alti.
L’occupazione è cresciuta negli ultimi anni ma resta ancora inferiore ai livelli pre crisi: in Basilicata gli occupati nel 2016 sono inferiori del 3,1% a quelli presenti nel 2008; in Puglia l’occupazione nel 2016 è inferiore del 6,4% rispetto a quella del 2008. In particolare è il settore delle costruzioni che ha pagato la crisi: in Basilicata nonostante la dinamica positiva registrata nel 2015 e nel 2016, gli occupati in costruzioni sono il 27% in meno di quelli del 2008; in Puglia nonostante i segnali positivi del 2013 e del 2016, siamo ancora a -33%. Le costruzioni non sono i protagonisti della ripresa dell’economia delle due Regioni.
Segnali positivi vengono invece dal settore turistico: gli occupati nel commercio e nel settore alberghiero in Puglia sono cresciuti del 4,3% tra 2008 e 2016, per ora unico settore in crescita occupazionale; in Basilicata la crescita nei due settori è stata del 3,7%. In Basilicata la crescita occupazione maggiore si è registrata nel settore industriale, dove gli occupati sono cresciuti del 6,5%.
Dopo Bari, le prossime tappe di avvicinamento al Congresso nazionale sono in programma a Genova e a Torino, rispettivamente l’8 e il 9 febbraio.