La petizione europea contro l’impianto NewO, l’inceneritore che vogliono impiantare a Bari, è stata accolta a Bruxelles, in Commissione Europea.
Lo riferisce, sulle proprie pagine social, l’associazione Ambiente è Vita, promotrice dell’iniziativa sulla piattaforma europea. Ideatore dell’EuroPetizione è stato il coordinamento “No Inceneritore No Newo“, forte dell’unanime condivisione che c’è stata tra tutti i comitati e le associazioni al suo interno. La petizione è stata un lavoro di gruppo con altre organizzazioni di volontariato della provincia di Bari.
A discutere la petizione 1090/2022 nella sede dell’istituzione europea, nella capitale belga, è stato, nella seduta del 27 giugno, Vito Antonacci di Zero Waste Italia: «Si tratta di un impianto che non è mai stato realizzato in nessuna parte del mondo. Esiste soltanto un piccolo impianto sperimentale a Gioia del Colle. Ha funzionato meno di 50 giorni in due anni e su di esso si è espressa in maniera molto negativa l’Arpa, sconsigliando il prosieguo della sperimentazione per la variabilità delle emissioni. È stato anche sottoposto a sequestro da parte della magistratura nel febbraio 2019 e i giudici, per giustificare la decisione, hanno parlato di quadro di cogente pericolosità, per la salute pubblica e la collettività, che rende indifferibile l’adozione di una cautela reale. L’impianto usa tecnologia Isoterm, inadeguata e immatura. E questo lo dice la Comunità Europea. Non è previsto nella programmazione regionale e i rifiuti verranno da fuori regione. La Regione Puglia ha prorogato la Valutazione di Impatto Ambientale, non considerando la variazione del quadro emissivo rispetto al 2018, con la nascita di altri impianti».
Intervenuta anche l’eurodeputata pugliese Rosa D’Amato esponente del gruppo Verdi Europei che ha chiesto la discussione in Commissione. D’Amato ha denunciato l’assenza di risposte della Regione Puglia: «Non c’è conformità a direttive e regolamenti europei. Ed è per questo che noi abbiamo chiesto alla Regione il ritiro in autotutela delle autorizzazioni precedentemente rilasciate e di non rilasciarne di nuove. Agiremo su ogni livello istituzionale affinchè sia rispettata la salute pubblica e l’economia circolare di cui ci parliamo tanto qui in Parlamento Europeo».
A sostenere la campagna ambientalista anche un altro europarlamentare del M5s, Mario Furore, ribadendo le gravi criticità sul progetto, derivanti dalla carenza sulla provenienza dei rifiuti e sulle tecnologie utilizzate e dalla mancanza di normative sulla commercializzazione dei prodotti risultanti: «Inoltre, la presenza di numerosi stabilimenti inquinanti nel territorio di Bari e Modugno aumenta l’accumulo di agenti inquinanti e il loro impatto sulle comunità circostanti. È importante sviluppare tecnologie innovative, ma la sicurezza e il benessere delle comunità coinvolte devono essere considerati prioritari e, per questo, chiedo che la petizione rimanga aperta, per avere una valutazione più accurata dell’impatto ambientale e sanitario, al fine di prendere decisioni informate, proteggere i cittadini. La commissione, inoltre, vigili sul progetto, non demandando tutto alle autorità locali, ma verificando che anche queste ultime rispettino i trattati».
Intervento condiviso, infine, dall’europarlamentare Maria Angela Danzì, sempre in quota M5s.
«Il nostro è un lavoro di squadra che bloccherà l’inceneritore, inutile e dannoso, che vogliono impiantare in terra di Bari» concludono da Ambiente è vita, invitando tutti i cittadini ad aderire alla causa e a sottoscrivere la petizione. Il video della discussione in Commissione Europea è visibile su https://fb.watch/luc_fUuQCO/. La petizione, previa registrazione gratuita sulla piattaforma UE, è accessibile al link: http://bitly.ws/K3bw.