“Grazie al commissario dell’Azienda Servizi alla Persona “Maria Cristina di Savoia”, Marco Preverin, nominato dalla Regione Puglia abbiamo avviato un processo di recupero dell’dell’Istituto: purtroppo in questo momento ancora parziale perché ci sono dei fattori esterni che abbiamo più volte denunciato di cui ci dobbiamo occupare innanzitutto come Stato Italiano, come forze dell’ordine e farci carico delle conseguenze”. È la denuncia lanciata dal sindaco, Michele Abbaticchio – durante la cerimonia di ieri all’interno della chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo – che fa riferimento alla questione irrisolta della “Casa della Giovane”, occupata abusivamente il 14 agosto 2017.
La storia. Cominciò tutto proprio alla vigilia di ferragosto di due anni fa, quando tre famiglie soggette ad imminente sfratto nella loro vecchia abitazione – e con sei bimbi minori a carico – occuparono abusivamente alcuni locali dell’Asp “Maria Cristina” che sarebbero stati destinati alla “Casa per la giovane”, una delle più redditizie linee di intervento che, all’epoca, avrebbe potuto risanare (per quanto possibile) la condizione debitoria dell’Ente.
La situazione, all’epoca, fu presa in carico dal presidente Vito Masciale e dagli uffici comunali dei Servizi Sociali che avrebbero offerto agli occupanti di trasferirsi in un’altra struttura: la proposta non ebbe nessun seguito.
La proposta del Comune. L’assessorato ai Servizi Sociali si propose (e lo fa ancora) di risolvere la situazione pagando il 100 per cento del canone di locazione di un appartamento per il primo anno e del 50 per cento per il secondo. Ma “Ci deve essere volontà da entrambe le parti, soprattutto nell’interesse dei minori che devono poter avere una sistemazione stabile e confortevole – ha ribadito l’assessore Gaetano Depalma -. Da parte nostra c’è piena apertura al dialogo, ma chiediamo impegni precisi alle persone che ricevono queste forme di sostegno: hanno rifiutato ogni tipo di intervento perché preferiscono una strada illegale, più comoda”.
Gli occupanti. Gli occupanti e il loro rappresentante legale, già a novembre scorso furono contattati telefonicamente, non vollero rilasciare dichiarazioni in merito, in quanto confidavano in una risoluzione in sede processuale. La situazione, infatti, già dal primo momento era stata denunciata ai Carabinieri, che mandarono una informativa alla Procura per lo stato di occupazione.
La situazione attuale. “C’è un procedimento pendente – ha chiarito l’avv. Lorusso dell’ex CdA dell’Asp “Maria Cristina” -. Sappiamo che è stato emesso un decreto di sequestro preventivo in attesa, a questo punto, che il provvedimento dell’autorità giudiziaria venga eseguito dalle Forze dell’Ordine”. Gli organi competenti, raggiunti telefonicamente, hanno specificato che la situazione è costantemente monitorata e che si cercherà la soluzione migliore per ottemperare sia ai problemi sociali che, eventualmente, a quelli di ordine pubblico.