Quella di questa domenica, la seconda del 2021, è una storia – come tante altre raccontate – che è stata una idea preziosa anche per il cinema e per la letteratura. Per il primo, perché ha consentito al regista Paul Greengrass di realizzare “Captain Phillips – Attacco in mare aperto”, in cui il ruolo del protagonista è stato affidato a Tom Hanks. Per la seconda in quanto ha consentito proprio a chi ha vissuto materialmente quest’avventura di raccontarla in “Il dovere di un capitano”. Non di una nave qualunque, ma del mercantile “Maersk Alabama”. La prima a passare alla Storia (doverosa la S maiuscola) per essere stata la prima dirottata a stelle e strisce.
Con i fili del tempo, allora, corriamo indietro fino al 2009.
Marzo, per l’esattezza. A Richard Phillips è affidato il compito, insieme al suo equipaggio, di partecipare a una spedizione umanitaria per il programma alimentare mondiale, e quindi il trasporto di 17mila tonnellate di merci, di cui quasi 1/3, cinque tonnellate, destinate alla popolazione del terzo mondo. Dall’Oman fino ad arrivare in Kenya.
I primi giorni trascorrono senza sussulti, ma qualcosa cambia l’8 aprile. Il mercantile “Maersk Alabama” si trova non molto distante dalla Somalia, è agganciato da quattro pirati somali che, dopo l’abbordo, salgono e in pratica ne prendono possesso. Durante l’abbordaggio, però, i membri dell’equipaggio si nascondono nel vano motore riuscendo a catturare uno dei pirati, sequestrandolo per ben 12 ore. Il rilascio sarebbe avvenuto soltanto a una condizione: il rilascio, senza se e senza ma, di Phillips.
I somali fanno finta di accettare, perché una volta liberati, caricano il comandante su una lancia di salvataggio con la quale arrivare in Somalia e chiedere un riscatto con cifre pazzesche: dieci milioni di dollari.
Il giorno dopo, si passa al contrattacco. Un cacciatorpediniere, una fregata e una portaelicotteri prendono in mano la situazione, iniziando una lunghissima concertazione e trattazione per la liberazione del comandante, non senza momenti di tensione.
Il tutto si conclude soltanto 48 ore dopo, il 12 aprile, con l’uccisione di tre pirati assalitori e la liberazione di Phillips. Che tornerà già al proprio lavoro poco più di un anno dopo, e cioè nell’estate del 2010.
Sono ben 33, invece, gli anni di carcere a cui è stato condannato l’unico sequestratore sopravvissuto.