«Celebrare il 25 aprile non è fare solamente della liturgia, ma significa rendere onore all’impegno delle donne e degli uomini che hanno sacrificato la propria vita per liberare l’Italia dall’oppressione nazifascista. Questa è la festa di tutti noi. La festa di chi si riconosce nei valori della Repubblica e della democrazia. La festa dell’Italia unita, libera e antifascista. Celebriamola sempre, ogni giorno, nelle nostre case, nelle scuole e nelle associazioni: ricordiamo la sofferenza che le madri e i padri, le nonne e i nonni di tutti noi hanno patito per dar luce al Paese in cui oggi viviamo. Non possiamo permetterci di dimenticare tutto questo. Né ora né mai».
Così il sindaco Francesco Paolo Ricci, durante il tradizionale corteo del 25 aprile, partito da Palazzo Gentile e diretto in Villa Comunale, al cippo commemorativo che reca le parole della partigiana fiorentina Irma Marchiani, nome di battaglia Anty, alla sorella, poco prima di essere fucilata a Bologna dai tedeschi, il 26 novembre 1944: «Fra poco non sarò più, muoio sicura di aver fatto quanto mi era possibile, affinché la libertà trionfasse».
Un corteo accompagnato e conclusosi con la piantumazione di “Albero della Memoria”.
Come da tradizione, ha partecipato anche la sezione cittadina dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, promotrice ogni anno delle celebrazioni dell’anniversario della liberazione dal nazifascismo.
«Oggi più che mai c’è la necessità, a tutti i livelli, di perseguire una forte e costante collaborazione tra cittadini, istituzioni, realtà democratiche e antifasciste presenti nei territori, per ricostruire i legami sociali attraverso una crescente partecipazione. Quella odierna è la data in cui si riporta alla memoria viva la liberazione del Paese dalla tirannia del fascismo, ma è anche il rinnovo di valori e ideali di democrazia e libertà, per i quali i partigiani hanno combattuto e dato la vita» le parole di Antonella De Napoli, presidente del circolo Anpi “Carla Nespolo”, che ha ricordato come oggi siamo ancora afflitti dal «dolore di una guerra che sta facendo sanguinare il cuore dell’Europa e che si aggiunge ai numerosi conflitti presenti in ogni parte del mondo e al genocidio del popolo palestinese».
Per De Napoli, dunque, oggi più che mai, è necessario ribadire l’importanza dei valori della libertà e dell’uguaglianza, della democrazia e dell’indipendenza e riappropriarci di quei principi fondamentali richiamati dalla nostra Costituzione che oggi devono declinarsi innanzitutto nella centralità della dignità della persona, del lavoro, nella giustizia e solidarietà sociale, nel diritto alla salute, nelle pari opportunità, nel rispetto dell’ambiente quale parte integrante del nostro vivere quotidiano, nel ripudio della guerra, il ripudio di ogni guerra scolpito nell’articolo 11 della Costituzione: «Questo è stato il dono prezioso per cui dobbiamo sempre ringraziare quello straordinario movimento collettivo, costituito dalle partigiane e dai partigiani che divennero insieme a tanti altri uomini liberi i costituenti di una delle più belle costituzioni d’Europa, la nostra. Nulla a che fare con l’autonomia differenziata delle Regioni e il Premierato che oggi incombono sul nostro Paese».
Rivolgendosi, infine, ai tanti ragazzi presenti, ha concluso: «Se vogliamo dare realmente un senso alla Liberazione e festeggiarla nel suo profondo significato, ricordiamoci di non essere mai indifferenti, di non voltarci mai dall’altra parte, di essere sempre partigiani, anche oggi, scegliendo sempre di stare dalla parte giusta, quella della democrazia e della libertà, così come fecero le donne e gli uomini della Resistenza, combattendo ovunque la barbarie dell’ingiustizia e del fascismo, nelle varie forme in cui si manifesta oggi. Il tempo che viviamo ci ha insegnato che le libertà costituzionali con le quali siamo abituati a vivere e i diritti di cui godiamo non devono essere mai dati per assodati, si tratta di valori che dobbiamo difendere ogni giorno, custodire e trasmettere alle nuove generazioni, unitamente ai doveri da esercitare quotidianamente, e in questo il mondo della scuola ha un ruolo fondamentale. Questo ci ha insegnato e ci insegna il 25 aprile. E non ci stancheremo mai di ricordarlo».