Il fine non si mette in discussione: “rispondere strategicamente all’esigenza di sviluppo economico del territorio facendo leva sulla tipicità e qualità dei prodotti”. Ma anche sulla “qualità ambientale, sulla tipicità e bellezza del paesaggio, sulla storia e cultura locale”.
Per questo motivo, allora, da Palazzo Gentile iniziano a parlare (finalmente?) di biodistretto (quel territorio vocato al biologico nel quale agricoltori, cittadini e amministratori pubblici stringono un patto per la gestione sostenibile delle risorse secondo i principi dell’agricoltura biologica e dell’agroecologia), e lo fanno con un primo, primissimo passaggio.
Qualche giorno fa, infatti, la giunta ha dato il disco verde a un preciso Atto di indirizzo portato dal vicesindaco e assessore alle Politiche di sviluppo rurale, Rosa Calò, sulla istituzione di questo importante elemento.
Il percorso, diciamolo subito, sarà lungo, anche perché alcuni Comuni limitrofi sono già partiti da tempo, e la nostra città è in ritardo. Con l’Atto di indirizzo, allora, è anche presente una sorta di accordo programmatico, un Protocollo d’intesa firmato dal Comune e da tre rappresentanti delle aziende e da alcuni esperti bitontini del settore agricolo, zootecnico e culturale, che dà avvio a quelle che saranno le prossime tappe per arrivare al distretto biologico. Ci sarà innanzitutto, la creazione di un Comitato promotore, che dovrà fare alcune cose: avviare la fase della partecipazione con l’organizzazione di incontri pubblici di presentazione dell’idea del Distretto biologico e del documento programmatico; organizzare i forum pubblici, con la partecipazione di tutti i soggetti interessati (operatori agricoli, dell’agroalimentare, delle organizzazioni di categoria, operatori turistici, culturali e ambientali, etc…) e della cittadinanza bitontina, utili all’individuazione delle azioni/attività da realizzarsi e dei relativi indicatori di risultato, in relazione agli obiettivi prefissati dal documento programmatico. E anche elaborare, sulla scorta delle risultanze dei forum, un primo programma concertato di attività da realizzare.
“Le finalità di valorizzazione dei prodotti biologici e tipici – si legge nell’Atto di indirizzo -, unitamente al territorio d’origine, corrispondono alle esigenze di sviluppo economico e turistico del territorio comunale bitontino. Per questo, allora, promuovere la “cultura del biologico” e lo sviluppo del “biologico” nelle sue diverse forme, risulta uno dei percorsi attuabili per individuare opportunità e soluzioni, nella direzione di un modello di sviluppo attento alla conservazione delle risorse, alla compatibilità ambientale ed alla valorizzazione delle differenze locali e, quindi, alla qualità della vita”.