Per capire la semplicità, la bontà e la genuinità di Cinzia Rotondo basta davvero poco. Te ne accorgi da come parla di sé, dalla gentilezza con cui si rapporta con gli altri, da alcuni – invidiabili – modi di fare.
Ma dietro (e dentro) questa 34enne figlia della nostra terra si nasconde un talento di cui dobbiamo andare fieri.
E che da un paio d’anni, con assoluto spirito di sacrificio, abnegazione e grande passione per il suo lavoro, sta raccogliendo risultati e soddisfazioni in giro per l’Italia e per il mondo.
L’ultimo di questi soltanto poche ore fa. La nostra concittadina ha partecipato a un ennesimo e prestigioso Congresso sulla Sclerosi sistemica (5° Systemic Sclerosis world Congress) andato in rassegna a Bordeaux, in Francia, dal 15 al 17 febbraio. Ebbene, qui, ha presentato l’abstract “”THORACIC LYMPHADENOPATHY: A CANDIDATE AS A VERY EARLY MARKER OF INTERSTITIAL LUNG DISEASE IN SYSTEMIC SCLEROSIS PATIENTS?” che è stato inserito tra i sette ITALIAN ABSTRACT AWARDS, un riconoscimento di altissimo valore e prestigio.
Ma chi è, allora, Cinzia Rotondo? Non servono tante parole per descriverla, basta soltanto analizzarne il curriculum. Il miglior biglietto da visita possibile.
Ha 34 anni, dicevamo, e attualmente – è una carica che ha da febbraio – è dirigente medico di Medicina interna e ambulatorio di Reumatologia al Plesso ospedaliero “N. Melli” di san Pietro Vernotico, nel brindisino (“nonostante lavoro a 150 km da casa, non mi sono mai trasferita, e ho sempre vissuto e vivo a Bitonto” ci dice orgogliosa).
Nel 2002 consegue la Licenza scientifica al liceo “Galileo Galilei” della città dell’olio e del sollievo, nel 2010 consegue la laurea in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Bari, e sei anni dopo, il 20 giugno 2016, ottiene la specializzazione in Reumatologia sempre all’Università barese (Reumatologia universitaria Policlinico di Bari).
E la sua folgorante carriera inizia praticamente da qui, perché un mese dopo – da luglio 2016 e per un anno – è ricercatrice all’U.O Reumatologia universitaria – Policlinico di Bari – grazie a una Borsa di studio erogata dalla Società italiana di Reumatologia e vinta con il progetto “Ecografia toracica nella valutazione dell’interstiziopatia polmonare in pazienti con sclerosi sistemica e sua validità nel follow-up: confronto tra quadri TC di honeycombing e ground glass”.
Da luglio dell’anno scorso, poi, e fino a gennaio, è sostituto di Specialista ambulatoriale di Reumatologia alla ASL di Lecce.
Già finito? Non scherziamo. Cinzia, infatti, si fa conoscere anche con la scrittura, perché è la prima autrice di diversi articoli scientifici su riviste internazionali, nonché anche di diversi abstract accettati come poster presentation all’American college of rheumatology (Acr), annual meeting, a diversi European Rheumatology congress (Eular), a diversi Systemic Sclerosis world congress e a molti congressi nazionali della Società italiana di reumatologia, la Sir.
E, come se non bastasse, ha partecipato e partecipa come relatore a diversi congressi e corsi nazionali.
Ultimo dei quali proprio quello di Bordeaux qualche giorno fa, e per il quale le è stata fatta una proposta di ricerca e di collaborazione con alcune Università inglesi.
“Ho dedicato parecchi anni – spiega ai nostri taccuini – parecchi anni di ricerca alla sclerosi sistemica, anche se non è stato il mio unico focus. La sclerosi sistemica è una malattia di cui si parla davvero poco ed è ancora sottodiagnosticata, e anche se la Reumatologia è una bellissima branca della medicina, molto ampia (connettiviti, vasculiti, malattie autoinfiammatorie, oltre che alle più comuni artriti, osteoporosi e artrosi), a tutt’oggi sono davvero pochi gli ospedali e i distretti socio sanitari che offrono questo Servizio”.
“Sono davvero – prosegue – una persona molto semplice, timida, alla mano, non amo stare al centro delle attenzioni, appassionata del mio lavoro e della reumatologia e fiera della mia città”.
E lo dimostra un aspetto in particolare. Questo: “La mia vera passione? La mia nipotina”.