Per
capire il Consiglio comunale di ieri, basta uno stralcio di
dichiarazione del consigliere Giuseppe Maiorano (Lista Intini):
«Siamo davvero su Scherzi a parte».
No,
non è una esagerazione. L’esponente di opposizione ha ragione.
È
andato in scena il teatro dell’assurdo. Tutto grazie alla
maggioranza, incapace fin dall’inizio di poter discutere e approvare
il rendiconto di gestione 2014 a causa di alcuni ulteriori
approfondimenti da fare, ma che invece di comunicarlo coram populo subito, ha pensato bene di arrampicarsi sugli specchi (rotti) o
di chiedere proposte per lo meno singolari.
Lo
scherzo, allora, finisce in modo ufficioso alle 19,30 grazie al
segretario generale e ufficialmente alle 21,40 con il rinvio del
provvedimento al 27 maggio.
La
barzelletta del rendiconto di gestione. Che
qualcosa non torni lo si capisce subito fin dall’inizio, quando in
aula (inizialmente) sono assenti sia i revisori dei conti sia i
dirigenti dei vari Servizi.
Subito,
allora, ci si chiede: la maggioranza non può/vuole approvare il
rendiconto?
Nel
frattempo, una pregiudiziale arriva da Maiorano, che vuole rinviare
il provvedimento perché si è avuto poco tempo per approfondirlo in
Commissione. Circostanza confermata anche da Vito Modugno (Sinistra
ecologia e libertà), presidente della Commissione di cui sopra, che
chiede allora di sospendere la seduta, far riunire i capigruppo e
aggiornare la seduta.
L’opposizione
insorge e non ci sta. Ricci, Natilla (Partito democratico), Farella (Gruppo misto), Toscano (Unione di centro) non le mandano certo a
dire.
Il
concetto – a loro dire – è chiaro: a cosa serve questa perdita di
tempo se la maggioranza ha già deciso come comportarsi?
La
seduta, allora, viene sospesa ma la conferenza dei capigruppo è
ristretta soltanto alla maggioranza, perché dall’altro lato
dell’emiciclo decidono di non partecipare.
Al
rientro, ci si aspetta di sapere il da farsi, e invece Modugno spiazza tutti: richiesta di anticipare il secondo punto all’ordine
del giorno (quello sulla zona Pip) per scadenze immediate, e poi
tornare (eventualmente) a parlare del rendiconto.
Una
barzelletta che non fa ridere nessuno. Tanto meno l’opposizione che
compatta si domanda: ma a cosa è servita allora la sospensione?
A
ridare credibilità all’assise ci pensa Salvatore Bonasia, segretario
generale, che finalmente fa capire perché il rendiconto non s’ha da
fare: «occorre fare
ulteriori approfondimenti per il reale accertamento di residui attivi
e passivi».
Già,
ulteriori verifiche. Sono le 19,30 circa quando parla il segretario e
i lavori sono iniziati due ore prima. Perché la maggioranza non ha
detto subito di questi problemi? «Avremmo
evitato di far iniziare la seduta e risparmiato costi», sentenzia Domenico Damascelli, capogruppo di Forza Italia.
Inevitabile,
allora, il rinvio del punto all’ordine del giorno a mercoledì 27
maggio alle 16. Ce lo diranno soltanto alle 21,40 però. E neanche
senza polemiche, «perché questa
è una dittatura. Le sedute si decidono in conferenza di capogruppo,
rimpiango la giunta Pice. Dieci giorni di sospensione non sono
consentiti», sbraita
l’ex vicesindaco.
Ma
tant’è.
Così
è se vi pare.
Zona
Pip e lotto dei germani Vacca. Nella
barzelletta generale, si torna a parlare anche di una vicenda
relativamente fresca, datata appena 1975. Ossia della concessione di
un lotto della zona Pip ai germani Vacca ma che, per svariati motivi,
non hanno mai usufruito del lotto.
Adesso,
allora, l’idea del Comune – la riferisce il sindaco Michele
Abbaticchio – è quella di affidare
il lotto, tramite gara pubblica, a un nuovo concittadino che vorrà
utilizzarlo con insediamenti idonei alla zona artigianale. Non
mancano le polemiche, ma il provvedimento è approvato con i soli
voti favorevoli della maggioranza, con l’opposizione che via via si
allontana dall’aula (Toscano si astiene, per la verità).
Il
“saluto” a Fioriello e Pafetta. Polemiche,
si diceva. Come quelle scatenate da Damascelli, che ha una idea tutta
sua di intendere l’arrivo in giunta di Giuseppe Fioriello, e
polemizza con il primo cittadino. «Questa
scelta – sottolinea– è
la dimostrazione che questa amministrazione pensa soltanto al
poltronificio. Ancora una volta, agli assessori si danno deleghe non
politiche e quelle che contano restano sempre nelle mani del sindaco.
Perché si è preso anche la delega all’Istruzione? Perché ha anche
la cultura? L’Urbanistica in città è ferma e Abbaticchio non è mai
presente in questo settore. Siamo davanti ad assessori fantasma».
Il
sindaco, ovviamente, non ci sta e invita il capogruppo forzista a
lasciare fuori dall’aula la campagna elettorale.
Ieri
è stato l’esordio (anzi il ritorno, visto che lo era già stato tra
il 2002 e il 2003) di Francesco Pafetta come consigliere comunale. Nel suo primo messaggio, il capogruppo di
Italia dei valori sottolinea i risultati che l’amministrazione ha
raggiunto in questi primi 3 anni, ma chiede uno scatto importante in
tema di Urbanistica.