La chiusura, le proteste,
le promesse. Lunga è la storia del nostro ormai ex ospedale, su cui ieri sono tornati a puntare i riflettori.
Anche del nostro
nosocomio, infatti, si è parlato nel convegno organizzato dalla CGIL sul tema “Riconversione ospedaliera”.“Un’opportunità
per il territorio”, come recita il sottotitolo dell’evento, nata in
realtà da un’esigenza e dalla consapevolezza di non poter mantenere le
strutture ad alti livelli.
Ecco dunque affacciarsi
nuove possibilità di concepire l’azienda ospedaliera: le case della salute, i
Centri Poliambulatoriali Territoriali. Esempi concreti che già sono stati
realizzati in Italia e anche molto vicino a noi.
È il caso del CPT Europa nel quartiere San Paolo di Bari. Si tratta, come spiegato dal dott. Vincenzo Creanza, di una
struttura associativa complessa composta da 10 medici di Medicina Generale che
unendosi hanno creato un centro tra i migliori in Italia. Diagnostica
integrata, esperimenti di telemedicina, psicologia di base, servizi in
struttura o a domicilio sono le principali prestazioni del centro che, fino a
poco tempo fa, poteva garantire anche gli elettrocardiogramma. «Dopo 3 anni, quest’esperienza è finita
perché la Regione non paga» ha affermato Creanza.
«Noi
mettiamo a disposizione una piccola somma e la struttura» ha spiegato il Direttore Generale Asl Bari, Domenico
Colasanto, che si è detto fiero di aver portato provvisoriamente il
servizio di riabilitazione all’ASP Maria
Cristina di Savoia.
«Lascerò
decidere se migliorarlo o chiuderlo al termine della riconversione
dell’ospedale di Bitonto». Una
riconversione che secondo Colasanto sarebbe bloccata dal vincolo per i beni
culturali presenti sulla struttura.
«Non
siamo bravi a fare marketing e comunicazione, ma pian piano tutto emergerà.
Tutto sta avvenendo con poche risorse e con le difficoltà proprie delle start
up» ha affermato il direttore
dell’Asl Bari che continua: «preoccupa
l’atteggiamento di associazioni e mass media che finisce per dare un’idea
sbagliata della sanità». «Cambiamo
noi stessi».
Un invito che arriva anche
dagli altri relatori del convegno.
«Nonostante
le lotte di “campanile”, abbiamo dimostrato che quelle strutture erano inefficienti e spesso
non utilizzate neanche dalle persone che si ribellavano per la chiusura» ha affermato Pino Gesmundo, Segretario Generale Cgil
Bari. «La
riconversione è un’opportunità, ma deve produrre risultati. Gli interessi dei
vari soggetti (amministrazioni, istituzioni, Asl…) bloccano il processo. La
politica regionale deve dare lo sprint finale che possa essere avvertito anche
dai cittadini».
Pronta al rush finale l’Assessore al Welfare della Regione Puglia
Elena Gentile che, ricordando i successi raggiunti, ha fatto appello alla
collaborazione di tutti i soggetti coinvolti nei processi.