Carissimo Tanino,
rivelando il mio cognome ai tuoi 25 lettori, hai cancellato quell’alone di mistero che poteva avvolgermi nel semplice “ad Angela” (un po’ come fanno le nuvole durante “il loro passaggio quieto sulla luna”. Non so perché, ma oggi mi ispira Ungaretti!).
Premesso questo, confesso che non mi aspettavo che la mia “piccola” ricerca sulle buone maniere, potesse ispirarti un così elevato e ben contestualizzato elzeviro , in cui, partendo dall’antica Roma e arrivando ai giorni nostri, fustighi chi detiene il potere ed emana norme e leggi quasi sempre “pro domo sua“.
(Mi vengono in mente le leggi “ad personam” di cui si è tanto parlato in questi ultimi anni.)
E non risparmi neppure quelli che non si elevano culturalmente e restano sempre nella mediocrità o nell’ignoranza, ma a Bitonto oggi si mescolano agli intellettuali passeggiando sul marciapiede di sinistra un tempo riservato ai liceali.
Quanti ricordi scaturiscono da questa tua citazione!
Fanciulle seguite da giovani, corteggiatori o presunti tali, “sguardi innamorati e schivi”, “lodi delle negre (allora!) chiome”….
Ma bando alla nostalgia!
Carissimo, anche da questo tuo scritto emerge quella fierezza intellettuale che il giovane Adso attribuiva a Fra’ Guglielmo di Baskerville nel “Nome della Rosa”.
Mi congedo con un “cura ut valeas” reso molto bene dagli Inglesi con “Take care“.