Quello che segue sembra un articolo e, invece, è un grido di dolore.
Che dovrebbe essere di tutti gli sportivi, ma per ora è solo di un uomo e di un ricordo.
Partiamo dal primo.
Franco Germano è da sempre l’anima della Velosprint, superstite e stoica associazione ciclistica cittadina.
Sulla pista di Via del Petto, adiacente alla Piscina comunale, conduce i suoi piccoli atleti ad allenarsi ogni giorno.
Gli basterebbero due ore, non di più, per cronometrare scatti e tarare l’addestramento necessario per affrontare le gare.
D’altronde, se quei 420 metri variegati esistono è anche un po’ merito suo.
Fu lui, infatti, a partorirne il progetto.
Purtroppo, quelle che dovrebbero essere sedute d’esercizio fondamentale per i suoi ragazzi, presto si trasformano in veri e propri incubi.
L’anello singolare viene presto preso d’assalto da giovani e già incalliti vandali, che, sfrecciando controsenso in bici, insidiano l’incolumità dei miniciclisti e dei podisti amatoriali, che lì si recano per svagarsi.
I medesimi incivili si segnalano anche per sgradevoli commenti destinati alle ragazze che vorrebbero fare solo un po’ di jogging e per l’utilizzo davvero poco ortodosso dell’area ludica.
Amarum in fundo, nello spazio al centro del ciclodromo il terreno incolto è ormai così fitto di vegetazione che quasi non si scorge più il tracciato pensato dai tecnici della società erede del Velo club per fare cross.
Insomma, un panorama che definire sconsolante è un eufemismo.
Infine, siamo al ricordo.
La struttura è stata dedicata al grande Giovanni Franzin, poderoso corridore più veloce del vento che cento e più corse vinse a cavallo tra i Sessanta e i Settanta.
Bene, che s’intervenga al più presto per ripristinare ordine e civiltà, se si vuole almeno onorare degnamente la sua memoria.