Pennellate calde e scure dalla Puglia a tutta l’Europa che legavano con indissolubile colore e valore artistico tutta la costa marittima.
Si svolgerà da questa mattina dalle ore 9.00 alle 13.00 e poi a continuare dalle 15.00 alle 19.00 un importante convegno di studi “Venezia e la Puglia nel Cinquecento” nella splendida cornice del Teatro Traetta di Bitonto.
Un approfondimento di prestigio con personalità importanti che giungeranno nel nostro comune proprio per narrare dell’arte veneziana in Puglia che vanta esempi di prestigio da Tiziano a Veronese proprio a Bitonto, Giovinazzo e Terlizzi, paesi interessati – tra l’altro – attualmente dal “Gal Fior d’Olivi” (Misura 331, Azione 2 “Infomazione”) che si è affiancato alla città promotrice per l’organizzazione.
«È un evento di elevato prestigio per tutto il territorio, rientra in una misura della valorizzazione dei beni culturali», ha spiegato il presidente del Gal, Nicola Mercurio.
Attenta al territorio la vicesindaco Rosa Calò che ha spiegato come il comune si appresta a «condividere questo momento di conoscenza di un contenuto oggetto di un percorso già iniziato con una mostra ad inizio anno tra il Veneto e la Puglia, significa essere un rapporto molto fecondo. Oggi si vive questo percorso non solo di natura artistica ma anche di natura economica. Il patrimonio è frutto di un mecenatismo colto che voleva anche acquisire come status simbolo la visibilità e del loro obiettivo noi ci avvantaggiamo. Diventa non solo fruizione di bellezza ma un patrimonio che ci consente anche di fare economia».
Lo scorso anno, infatti, ricorda l’assessore al Marketing Territoriale Rino Mangini «il comune ha investito in un catalogo che ha fatto il giro del mondo. Una mostra è anche un confronto tra chi ne fruisce e chi vi prende attivamente parte costituendo davvero uno scambio fecondo d’intercultura. Il convegno di domani chiude il percorso ma apre un nuovo percorso. Con la Galleria Nazionale “Devanna” e la dottoressa Barbone si è creata una bella sintonia e ci sono accordi di collaborazione per il prossimo anni in prospettiva a dei momenti dedicati Francesco Speranza. Per tutto il 2014 si vedrà la nostra città coinvolta nell’investimento culturale che non è mai uno spreco ma sempre un investimento».
I dettagli tecnici sono giunti dal professore e storico dell’arte Andrea Donati.
«La mostra ha avuto un aspetto duplice: sia quello relativo alla mostra che, quello del catalogo che dava spunto alle ambizioni future. Il prof. Puppi diceva che il catalogo era stato proposto per lavoro e ricerca e per conoscere la storia in senso lato sia italiano che europeo. Conoscere il territorio locale, seguire il rapporto che s’aveva al tempo con il Regno di Napoli, con Venezia e quindi con l’Europa è uno stimolo importante per capire la storia dell’arte di cui s’occuperà il prof. Gino Brenzoni. L’input era dare avvio a nuove ricerche e il convegno va in queste direzioni. Ospite importante sarà Luca Trevisan dell’Università di Verona oltre che, l’erudito d’arte, prof. Grègoire Exsterman dell’Università di Ginevra che analizzerà il monumento di Cornelio Musso la quale possedeva due monumenti funebri presenti sia a Roma che a Bitonto nella splendida cattedrale. Si sono mescolati diverse età e lo scambio generazionale è davvero fondamentale».
Partecipano al convegno oltre i citati anche Gino Benzoni, Lionello Puppi, Giuseppe Bertini, Giovanna Ioele, Giorgio Fossaluzza, Claudio Strinati, Loredana Olivato, Carla Mariani, Nuccia Barbone, Lucrezia Naglieri, Giovanni Boraccesi.
Ha concluso sottolineando l’importanza tra Enti e la valorizzazione territoriale ed artistica, la dott. Barbone: «Le strutture dei beni culturali devono perseguire la strada della valorizzazione ma si è andati incontro ad una sorta di chiusura storico – artistica logorante nel tempo. Bisogna cercare dei passi di avanzamento per la società civile. Data la presenza di autorevolissimi studiosi spero riaccenda l’interesse per questo periodo storico artistico. Periodi della storia che devono essere ancora indagati appieno – e conclude -. Cercheremo di passare il testimone alle giovani generazioni perché senza la creazione di questo dialogo tutto il lavoro di una vita di chi ha lavorato in questo settore non diventi inutile».