In principio fu lui.
Arrivava da esperienze imprenditoriali (di successo) a Giovinazzo e Bari e cullava nel cuore il sogno di far “esplodere” il nostro centro storico, “uno dei più belli al mondo, te lo assicuro“.
Marco Barile, nel 2011, aveva solo 25 anni ed era incantato dalle pietre bianche e meravigliose del nostro borgo antico, cui, però, mancava qualcosa.
Forse, il sorriso.
“Tutto è iniziato col mio primo locale, “Il solito posto”, il primo passo di quel viaggio straordinario che ha modificato il volto di Bitonto. Certo, ho anche trovato un’ottima sponda nell’amministrazione, con la quale è sempre bene collaborare in maniera intelligente e proficua“, ricorda Marco, che ha ancora negli occhi una grinta invincibile.
“Non mi sono mai fermato. Infatti, dopo ho avviato altre attività collaterali e non solo, che hanno contribuito alla crescita sociale ed economica del centro storico. E credo che il primo Capodanno in piazza sia stato un esempio unico nel genere di festa collettiva. Quanti posti di lavoro in più sono sbocciati. Pensa che quest’estate, fra Bitonto e Rodi garganico, avevo più di cinquanta dipendenti. Molti giovani che oggi hanno aperto locali nei dintorni di Piazza Cavour e Piazza Cattedrale hanno fatto le prime esperienze lavorative con me e da me hanno ereditato il coraggio di poter fare qualcosa“, s’inorgoglisce Barile.
Che, cauto, avverte: “Mi auguro che non ci sia l’inflazione di pub e pizzerie, forse bisognerebbe centellinare la concessione delle licenze se non altro per permettere a chi ha investito finora di recuperare le somme impiegate. Eppoi, bisogna continuare ad organizzare eventi per attirare i forestieri, che sarebbero il vero valore aggiunto dell’economia nostra“.
Intanto, Marco Barile, oggi non ancora trentenne, il fanciullo con la bacchetta magica, il “Re Mida” dell’imprenditoria giovanile bitontina, il giovane “papà” della movida che padre sta diventando per davvero, sta preparando le valigie. E dentro ha stipato un altro progetto importante: “Ora, voglio investire all’estero, perché sono convinto di aver dato tanto alla nostra città. Mi metterò in gioco in campo internazionale, anche se resto sempre con i piedi per terra. Sono sempre stato ambizioso e tenace quando mi pongo un traguardo da tagliare, col sacrificio si può raggiungere qualsiasi meta“.