«Lo
sport deve rimanere un gioco, così farà bene al corpo e allo spirito. Giocate e
mettetevi in gioco nella vita, nello sport, nella società e con gli altri per
non accontentarsi di un pareggio mediocre, di vite tiepide».
Questo è il
messaggio che Papa Francesco ha voluto
destinare sabato scorso alle oltre 50mila persone presenti in Piazza San Pietro,
in rappresentanza delle società sportive italiane che hanno partecipato alla
grande festa dello sport organizzata dal Centro
Sportivo Italiano, in occasione del suo 70° anniversario dalla fondazione.
Ricorrenza che cade nell’anno anche del centesimo compleanno del CONI, il Comitato Olimpico Italiano.
Una giornata, come
detto, all’insegna dello sport, quello vero, quello puro, con migliaia di
bambini e dirigenti di associazioni sportive giunte da tutta Italia. E tra
questi, Bitonto c’era, con oltre duecento persone giunte nella Capitale per
incontrare il Santo Padre: assieme all’assessore allo Sport e alle Politiche
giovanili, Domenico Nacci, erano
presenti alcune quinte classi delle scuole primarie che hanno partecipato al
progetto “Salute Sport Ambiente”; una
delegazione del progetto sociale “Diamo
luce al centro storico” dell’Omnia
Bitonto e dell’associazione “Ladri
di biciclette onlus”, rivolto a bambini a rischio devianza sociale e a
basso reddito; una folta rappresentanza dell’Olimpia Torrione ed un gruppo nutrito della Polisportiva Bellavista.
Una giornata
iniziata prestissimo, con i bambini impegnati dal mattino nei giochi allestiti
in via della Conciliazione, divenuta per l’occasione uno stadio “Olimpico” a
cielo aperto: calcetto, pallavolo, basket, subbuteo, calcio balilla, atletica e
tanto altro ancora con sullo sfondo il Cupolone, in attesa dell’incontro con
Papa Bergoglio.
Al pomeriggio la
grande festa dello sport si è spostata in Piazza San Pietro, con un lungo
spettacolo che ha visto alternarsi sul sagrato della Basilica tantissimi
personaggi del mondo dello sport: dalla pallavolo, con l’ex Andrea Zorzi, l’attuale commissario
tecnico Mauro Berruto e il centrale Emanuele Birarelli, alla ginnastica,
con Vanessa Ferrari, Alberto Busnari e Igor Cassina; dal basket, con il grande ex cestista Dino Meneghin, al canottaggio, con l’olimpionico Antonio Rossi. Ed ancora, le “farfalle”
della Nazionale di Ginnastica Ritmica,
il mondo paralimpico, con la velocista Giusy
Versace e la Nazionale italiana Amputati;
il giornalismo, con l’ex voce ufficiale della Nazionale di calcio, Bruno Pizzul; ed il calcio, appunto,
con Emiliano Mondonico e Giovanni Trapattoni, due allenatori che
hanno fatto la storia del “pallone” e che hanno portato i loro esempi di come
si possa arrivare in alto partendo dal basso, dagli oratori.
Tutti questi grandi
personaggi dello sport dinanzi al Santo Padre, “capitano” della folla presente,
che ha voluto chiudere la giornata con i suoi messaggi, di speranza, di fede,
di vittoria.
«Per
i giovani devono esserci tre strade: lo
sport, l’educazione attraverso la scuola ed il lavoro. Solo così non ci
saranno distrazioni come la droga o l’alcool – è il monito di
Papa Bergoglio – Voi giovani siete
chiamati a comportarvi come atleti, onorando con impegno e fatica la vostra
maglia. Tralasciate gli individualismi ma apprezzate la bellezza del gioco di
squadra. Non vi chiudete in difesa ma venite in attacco a giocare la vostra
partita».
Papa Francesco poi
si rivolge ai dirigenti e agli allenatori delle società sportive, ricordando l’esempio
di Padre Lorenzo Massa, parroco di un quartiere di Buenos Aires, che è partito
con un gruppo di ragazzi più sfortunati del suo quartiere fino ad arrivare ad
una vera e propria squadra di calcio, il San Lorenzo de Almagro, la squadra che
ha proprio in Bergoglio un tifoso d’eccezione. «Voi dirigenti ed allenatori dovete essere persone accoglienti, dovete
dare spazio e opportunità di esprimersi ai meno fortunati. Tutti devono giocare, con i loro pregi e difetti, bisogna privilegiare
i più svantaggiati come faceva Gesù. Coinvolgete i ragazzi di periferia,
date loro ragioni di speranza e fiducia».
La giornata si è chiusa
con la consegna al Pontefice delle bandiere del CONI da parte del presidente
del Comitato, Giovanni Malagò, e del
CSI, da parte del presidente Massimo Achini,
e col giro tra i fedeli a bordo della Papamobile, ed un momento davvero
significativo: il lancio della maglietta
dell’Omnia Bitonto a bordo della Papamobile.
L’ultimo atto di
una giornata che resterà indelebile per chi vi ha partecipato. Nei loro occhi,
infatti, la gioia e la commozione di momenti che sicuramente lasceranno il
segno, nei cuori e nella mente, rinfrescati, nonostante il caldo, dai messaggi
di Papa Francesco, che ha spronato tutti – atleti e dirigenti – a vivere lo
sport nella sua essenza più pura e vera: come strumento di formazione ed educazione.
Perché lo sport è
amore, unione e rispetto, aiuta a costruire il senso della vita delle persone. Lo
sport è festa, divertimento, collettività, strumento di ecologia interiore. Perché,
come ha detto l’olimpionico Juri Chechi, «meglio
una sconfitta pulita che una vittoria sporca», oppure, come sostenuto da
Emiliano Mondonico, «lo sport è ottenere
qualcosa attraverso la fatica: se vi danno qualcosa senza fatica vi stanno
dando un falso».
A questi messaggi
ora toccherà al mondo dello sport rispondere e dare un prosieguo. Perché è
anche attraverso i valori dello sport che può nascere un mondo migliore, una
Bitonto migliore.