Antonio e Piero sono due umili nostri concittadini che svolgono la professione di angeli custodi. Di sentinelle sempre attente e vigili di un fondamentale polmone verde della città: piazza Padre Pio. In pieno, pienissimo centro.
Li abbiamo conosciuti a novembre, allorché nel centralissimo luogo di ritrovo per bambini, genitori e anziani, qualcuno aveva pensato bene di far sparire addirittura la cassetta delle offerte posta sui gradini del santo di Pietrelcina (leggi qui articolo https://bit.ly/2zvsgks).
“Da allora – è il racconto amaro di Antonio – i soldi che riusciamo a raccogliere sono diminuiti. Drasticamente. E pensare che è una cifra, assolutamente irrisoria, che non finisce nelle nostre tasche ma serve per la nostra piazza”.
Nonostante questo, però, i due invidiabilissimi volontari non conoscono freni. Soste. Sempre testa bassa e pedalare. Dal 1997, anno in cui la città ha l’onore di avere la piazza dedicata al Santo con le stigmate. Guidati soltanto da alcune parole: “Questa piazza l’abbiamo voluta noi, e abbiamo il dovere di curarla e conservarla”.
Antonio e Piero, infatti, accanto al Comitato di quartiere n°4 “Res Publica” – presenza costante quella di Annarita Priolo e del direttivo – e del Comune, un po’ meno assidua ma c’è anche lui – si occupano della manutenzione continua della piazza attraverso la pulitura giornaliera, dare da bere e innaffiare le piante, curare il verde pubblico. Dalle piccole siepi fino agli arbusti più anzianotti. Piccoli ma decisivi interventi di potatura.
Combattendo (possiamo dire eroicamente?) contro non pochi grattacapi. C’è il non senso civico dei cittadini, soprattutto quelli che portano a spasso gli amici a quattro zampe. E poi problemi oggettivi che da tempo interessano il centralissimo polmone verde (su uno in particolare, quello della pavimentazione sconnessa, questa testata scrive dal 2013 https://bit.ly/2qVQS33), soprattutto quello del non corretto funzionamento dell’impianto idrico.
Senza tralasciare quello della sicurezza. “Perché il Comune – si e ci interroga Antonio – non si decide a mettere un presidio fisso di due persone, magari prese dai progetti dei Redditi di dignità, un paio d’ore nelle ore pomeridiane? I risultati si vedrebbero”.
“Tutto quello che facciamo – continua – è solo per la devozione che abbiamo per san Pio, e nulla più. Se questa piazza è una delle meglio tenute della città, è grazie al nostro costante lavoro. Ma non vogliamo medaglie, soltanto collaborazione”.
Il problema, però, è che ben presto fa capolino un dubbio legittimo: “Quando noi non ci saremo più, chi si occuperà della manutenzione di questo bellissimo posto della nostra città?”
Chissà se tutti quei bambini che crescono spensierati tirando calci a un pallone, tra qualche anno abbracceranno la parola responsabilità.