Si
è chiusa venerdì scorso, all’archivio di Stato di Bari, la mostra “Alle origini
della comunicazione politica nella Puglia libera. 1943- 1945”, iniziativa promossa
dall’Ipsaic (Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia
Contemporanea) e dal Corecom Puglia.
Una
mostra per ricordare ai visitatori il proliferare, nel Meridione e in Puglia in
particolare, di iniziative editoriali, in seguito alla cacciata
dei nazifascisti e all’armistizio dell’8 settembre 1943, testimonianza della ritrovata
libertà di stampa e della voglia degli italiani di risollevarsi dalla
catastrofe della guerra, chiudendo definitivamente la parentesi fascista.
Con
l’avanzata degli Alleati nel Sud Italia, infatti, le forze politiche contrarie
al governo di Mussolini uscirono dalla clandestinità alla quale erano state
costrette nel ventennio precedente e ritornarono a pubblicare liberamente. Nacquero
molti giornali, organi ufficiali delle forze politiche contrarie al fascismo.
Sono
state dunque mostrate al pubblico pagine della Gazzetta del Mezzogiorno, del periodico La Rassegna, del
quindicinale umoristico Il Grillo
Parlante, dei giornali vicini alla Democrazia Cristiana come Il Risveglio e Il Popolo, periodici di stampo socialista come l’Avanti o del Partito Comunista, come Civiltà Proletaria e l’Unità, uscito dalla clandestinità. Pagine
in cui i più grandi pensatori dell’epoca si sono interrogati sulle basi su cui
fondare l’Italia post-fascista. Interessante a tal proposito, un editoriale
scritto da Don Luigi Sturzo sul giornale del Partito d’Azione L’Italia del Popolo, in cui ci si interrogava
sul problema monarchico, su cui si cominciò a discutere già qualche anno prima
del 2 giugno ’46, data del referendum per decidere se continuare a tenere in
vita la monarchia o passare al regime repubblicano.
Evento di cui, quest’anno l’Italia
celebra il 70esimo anniversario.
Senza
contare i giornali che non hanno mai cessato le pubblicazioni neanche in
periodo fascista, le riviste politiche dell’epoca e le pubblicazioni di Adolfo
Omodeo, Benedetto Croce, Tommaso Fiore, Carlo Rosselli, Fabrizio Canfora.
Sono
infine state esposte anche pagine del giornale in lingua inglese Eight Army News, usato dall’8^ Armata
inglese per la propaganda e per trasmettere informazioni ai reparti militari.
Era stampato nella stessa tipografia della Gazzetta del Mezzogiorno.
È
una storia dell’Italia tutta, ma che vede come protagonista il Sud, la Puglia e
Bari in particolare. Il capoluogo pugliese, infatti, fu una delle città più
attive nella Resistenza, grazie alla presenza della casa editrice Laterza e di
Radio Bari, dai cui trasmettitori di via Putignani, che l’11 settembre ’43
furono occupati da alcuni intellettuali vicini al pensiero di Benedetto Croce,
partirono le prime trasmissioni dell’Italia liberata. Tra di loro ricordiamo Adolfo
Omodeo, Tommaso Fiore, Giuseppe Laterza, del bitontino Giovanni Modugno e di
tanti altri che, nel Congresso di Bari del 1944, ampiamente raccontato dalla
stampa dell’epoca, diedero una forte spinta al movimento della Resistenza.
Le
trasmissioni continuarono, in accordo con gli Alleati, anche dopo l’occupazione
americana della struttura. Dalle frequenze di Radio Bari si trasmettevano musica,
notizie dal fronte con racconti di azioni di guerriglia contro i tedeschi e i
fascisti, informazioni per i partigiani e propaganda antifascista, rubriche a
cui hanno partecipato i più noti intellettuali dell’Italia meridionale,
riflessioni sui nuovi modelli culturali e politici.
Ma
quella che è stata esposta all’Archivio di Stato di Bari, è una storia che vede
tra i protagonisti anche Bitonto, città natale di uno dei protagonisti dell’esperienza
di Radio Bari, tra i più grandi pensatori dell’epoca: Giovanni Modugno.
Come
abbiamo già accennato, Modugno fu tra i protagonisti del Congresso di Bari del
1944. Le sue riflessioni sul settimanale religioso e sociale Pensiero e Vita sono state esposte nella
suddetta mostra.