Umberto Kühtz è stato sindaco della nostra città dal ’94 al ’98, ma non era un politico di professione.
Fu il primo ad essere eletto direttamente dal popolo, secondo i dettami della nuova legge.
Kühtz era un architetto di grande fama ed un autentico galantuomo.
Era già poeta nel vivere i problemi della città, molto meno coloro che rappresentavano il cartello dei partiti che lo sostenevano (più o meno). la sua sensibilità profonda spesso cozzava con gli interessi di chi faceva turbinare le poltrone assessorili.
Negli ultimi anni, s’era un poco accartocciato come fanno le foglie con troppa vita dentro, però il tratto era rimasto nobile e la voce un leggero soffio.
Aveva pubblicato con la Secop di Peppino Piacente la raccolta di poesie “Ci bastava la carezza”, nella singolare collana diretta dalla figlia Silvana.
Un testamento di sublime bellezza, letta ai colpi del presente.
In ogni suo verso palpita la ricerca costante della purezza francescana, sorretta da una robusta cultura classica.
Ogni lirica, uno scrigno di luce.
Nell’alternanza fascinosa di prosa e metro, Umberto racconta la sua vita e le vicende appassionanti dei suoi avi di origini teutoniche.
L’attuale primo cittadino, Michele Abbaticchio, lo ricorda così: “Umberto Kühtz è stato un anello di congiunzione politica per ritornare a parlare della bellezza della nostra architettura naturale, per pensare al futuro contando sulla forza della nostra, immensa, Storia. Non ha avuto incondizionato sostegno come amministratore di allora: credo sia stato causato anche dalla sua innata coscienza moderata, elegante e lontana dalle polemiche e prepotenze mediatiche. Umberto è stato bitontino fiero della sua Storia e non appagato dal suo presente, poeta e architetto del vivere ideale.Gli auguriamo di continuare a tessere i suoi progetti in una società educata e civile. Qui ne ha lasciato alcune basi e, di questo, gli saremo sempre grati. Grazie Sindaco“.
Già. Pur essendo un tecnico di costruzioni ed urbanistica, Kühtz rispettava la Natura. Sempre.
Così, ci lascia in eredità un insegnamento imprescindibile: amare con cuore puro e colto la città intesa come abbraccio di storia palazzi – ah, la Bitonto ottocentesca di via Matteotti che avrebbe voluto salvare… – anime alberi Lama tutto…