Sarà l’istituto Maria
Cristina di Savoia ad ospitare la prima casa rifugio provinciale per donne
vittime di violenza.
Lo ha deciso la giunta provinciale,
che nei giorni scorsi ha presentato il progetto ed il relativo protocollo
d’intesa con la struttura bitontina.
La casa – rifugio rientra nell’ampio progetto “Rompere il silenzio” lanciato dagli uffici di via Spalato, che
nelle intenzioni nasce per contrastare il fenomeno dell’abuso, del
maltrattamento e delle violenze contro il genere femminile.
Secondo le intenzioni degli uffici provinciali, «la struttura deve offrire alle donne un luogo sicuro in cui sottrarsi
ai maltrattamenti ed alle violenze del partner o dell’ex convivente, ed essere
un luogo in cui intraprendere con tranquillità un percorso di allontanamento
dal proprio aggressore e ricostruirsi una vita autonoma». Potranno essere
ospitate dieci donne con o senza figli, anche loro spesso vittime di
maltrattamenti fisici e psicologici.
Il “nuovo tetto” sarà a disposizione di tutta i
Comuni della provincia, che però dovranno versare una retta per avvalersi del
servizio.
La casa – rifugio, però, non sarà aperta subito, ma
serviranno alcuni mesi, in quanto l’istituto Maria Cristina di Savoia necessita
di lavori di ristrutturazione e di adeguamento, per i quali Schittulli e compagni hanno già pronto
un assegno da 50 mila euro.
Con questo ulteriore “servizio” aggiuntivo, l’Asp (Azienda dei servizi
alla persona) andrà ad arricchire la già sua grande offerta. Attivi,
infatti, ci sono la “Casa della giovane”, per le giovani madri; il centro
ludico di prima infanzia, il centro socioeducativo per i minori.