Ankara.
La nuova e spesso sconosciuta capitale turca, da quando, nell’ottobre 1923, Mustafa Kemal
detto Ataturk, fondatore della moderna Turchia, vi inserì qui, sottraendolo all’antica
capitale Istanbul, il governo della nuova repubblica.
«Ankara
è brutta» mi avevano detto in molti, tra amici e persone incontrate,
descrivendola come una città fredda, moderna, senza attrattive turistiche. E, in
effetti, se paragonata ad Istanbul, la città ha molto meno da offrire. Pure i
turisti sono notevolmente di meno rispetto all’antica capitale, soprattutto in
un periodo di insicurezza come quello che stiamo vivendo.
Ma
siccome non credo possa esistere nel mondo un luogo dove non ci sia nulla,
decido di visitarla lo stesso. Dopotutto è la capitale.
Se
si pensa ad Ankara, il primo monumento che viene in mente e il Mausoleo di
Ataturk, l’Anitkabir, imponente edificio con annesso ampio piazzale, dove è
sepolto il padre della repubblica turca (e anche il secondo capo del governo
turco Mustafa ?smet ?nönü). La struttura, alla cui costruzione parteciparono anche
architetti italiani, è tra le principali attrattive turistiche della città e
ospita ogni anno cerimonie. I capi di stato vi si recano per porre omaggio a
Kemal.
Oltre
alla tomba dell’amato (non dalle forze islamiste) fondatore, il luogo ospita un
museo a lui dedicato e contenente cimeli, oggetti a lui appartenuti, pannelli
storici che illustrano la storia turca nel ventesimo secolo, in particolar modo
negli anni della prima guerra mondiale fino all’istituzione del nuovo stato. Tutto,
in quel luogo testimonia l’importanza nella storia turca della figura di
Mustafa Kemal. A lui, inoltre, è dedicata qualsiasi cosa in città. Statue,
piazze, stadi, musei. Ogni angolo, via, riporta il suo nome, il suo ritratto.
Ma
la città non è nata nel ‘900. Tracce di una storia ben più remota ci sono
eccome. Testimoniate tra l’altro nel grandissimo Museo delle Civiltà
Anatoliche, tra i più importanti musei archeologici del mondo. Esposti in
ordine cronologico, vi sono reperti provenienti dalla penisola anatolica (la
Turchia asiatica), del Paleolitico, Neolitico, Eneolitico, dell’Eta del Bronzo
Antica, del periodo di hatti, ittiti, frigi, del periodo della civiltà di
Urarti e romane, abbracciando diversi millenni di storia. Un vero e proprio
tuffo nella storia della civiltà. Andato con l’idea di dedicarci un’oretta,
sono rimasto almeno il doppio, rapito da quelle bellezze. Rischiando di perdere
il treno per Istanbul.
Il centro fu anche un’importante città romana, capitale della provincia della
Galatia. A testimonianza del periodo romano, oltre ai diversi ritrovamenti
esposti nel suddetto museo, ci sono gli scavi, che hanno riportato alla luce le
terme in cui i romani spesso trascorrevano i gelidi inverni, l’anfiteatro, l’antico
tempio di Augusto e Roma, sulle cui pareti sono incise le Res gestae divi
Augusti, gli atti del divino Augusto, resoconto delle opere compiute in vita,
scritto dall’imperatore prima di morire.
Offre
infine scorci molto interessanti e alle volte pittoreschi la cittadella
storica, l’Ankara Kalesi. Sviluppata attorno ad una fortezza che domina l’intera
città, e delimitata da due mura di cinta risalenti al sesto e all’ottavo
secolo, ospita oggi un piccolo e antico quartiere composto da antichi edifici
ottomani in legno, dove antiche botteghe vendono souvenir per turisti, prodotti
di artigianato locale e tanto altro. Unica nota negativa è che purtroppo, sia
la fortezza che alcuni vicoli dell’antica città si presentano trascurati.
Dunque,
se si vuol conoscere compiutamente la Turchia, Ankara è certamente da visitare. Non sarà bella
come Istanbul, ma, come ho detto già all’inizio, non esiste alcun luogo sulla
terra che non abbia nulla da offrire al visitatore.