In riferimento all’articolo pubblicato su questa testata il 24 gennaio 2019 con il titolo “Polizia Locale? no, è un corpo di volontari con divise e mezzi molto simili”, riceviamo e volentieri pubblichiamo la replica dell’associazione bitontina Corpo Volontari Polizia Locale.
“L’autore dell’articolo esordisce affermando che gli appartenenti all’associazione bitontina Corpo Volontari Polizia Locale indossano divise del tutto simili a quelle dei Vigili Urbani, utilizzano gli stessi colori e le stesse grafiche, mentre le livree dei veicoli sarebbero quasi identiche a quelle della Polizia Municipale.
Facciamo però notare, come emerge dal raffronto tra gli indumenti dei volontari raffigurati nella foto allegata all’articolo, e le uniformi in dotazione alla polizia locale, completamente distinte per “grafiche”, colori, foggia, composizione e caratteristiche, così come dettagliatamente descritte nell’allegato B al Regolamento Regionale Puglia 11 aprile 2017, n. 11, avente ad oggetto le “Caratteristiche delle uniformi, dei distintivi di grado, dei mezzi e degli strumenti in dotazione alla polizia locale”.
Sarà sufficiente dare uno sguardo alle illustrazioni riportate nel richiamato regolamento per escludere che la livrea del pulmino in uso all’associazione possa confondersi con quella dei mezzi in dotazione alla polizia locale.
Anche ai più distratti non sfuggirà che sul pulmino e sugli indumenti in uso agli associati è ben visibile con caratteri a stampatello la denominazione dell’associazione di volontariato, così escludendosi ogni possibilità di fraintendimento, come oltretutto dimostra la collaborazione autorevolmente richiesta al “Corpo Volontari Polizia Locale” da parte dei Comandanti della Polizia Locale dei Comuni di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi.
Vorremmo anche chiarire che è imprecisa anche l’affermazione secondo cui i volontari parteciperebbero alle iniziative pubbliche dei comuni vicini “e portano con sé anche delle agende” poiché si sottintende – senza dirlo, ma ingenerando nel lettore l’idea – che i volontari si vogliano confondere con le forze dell’ordine, dando l’impressione di essere investiti di poteri autoritativi sulla collettività ad essi non spettanti. Ne emerge un’immagine dell’associazione e degli associati totalmente distorta, specie ove si consideri che i sottintesi si ricollegano alle affermazioni sull’utilizzo di divise, livree, colori e grafiche del tutto simili o identiche a quelle della Polizia Locale e al rischio per i volontari di incorrere nella responsabilità penale per violazione dell’art. 497 ter “del Codice di procedura Penale” e dell’art. 498 “dello stesso codice”.
Avremmo apprezzato un maggiore approfondimento sull’associazione, sulle sue finalità e sulle norme che disciplinano le “Caratteristiche delle uniformi, dei distintivi di grado, dei mezzi e degli strumenti in dotazione alla polizia locale”. Sarebbe stato sufficiente contattare lo scrivente per chiarire ogni dubbio, evitando fraintendimenti che danneggiano l’immagine dell’associazione. Anche perchè lo stesso Comandante della Polizia Municipale di Bitonto si è limitato a richiamare le norme di riferimento e ad assicurarne il rispetto, come è nel suo dovere, senza entrare nel merito e nello specifico delle caratteristiche estetiche delle uniformi o delle condotte degli appartenenti al Corpo dei Volontari presi di mira dal giornalista.
Faccio notare che sia la Prefettura di Bari che la Questura non hanno obiettato sulla costituzione dell’associazione e non ho ricevuto da nessun ufficio alcuna lamentela scritta.
Le famose agende non è altro che semplice tablet con cui messaggiamo con i volontari”.