La nostrana scuola Liceo Classico-Linguistico-Economico Sociale “Carmine Sylos” ha recentemente rappresentato le scuole pugliesi al Festival della Diplomazia tenutosi a Roma. L’istituto è stato infatti scelto insieme ad altre 19 scuole secondarie di tutta Italia grazie alla candidatura inviata in risposta ad un avviso pubblico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dalla Dirigente scolastica prof.ssa Antonia Speranza e dal suo staff. Dal 21 al 24 ottobre, quattro studenti selezionati tra gli alunni di terza dell’a.s. 2017/2018 sono partiti per Roma e hanno partecipato a Diplomacy Challenge, un’attività di didattica innovativa che consisteva in un gioco di simulazione del lavoro di una delegazione diplomatica.
Il gioco, che vedeva coinvolte le scuole-delegazioni dei Paesi del G20, si svolgeva su due terreni: l’ambito della negoziazione e l’ambito del dibattito. Nel primo, tre dei quattro ragazzi agivano dietro le quinte, cercando di perseguire attraverso la negoziazione, simulata da uno scambio di carte, gli obiettivi del Paese attribuito al loro istituto. Nel caso del Liceo “Sylos”, gli studenti hanno dovuto studiare la situazione geopolitica della Turchia e scegliere le strategie più adeguate per ottenere le carte corrispondenti agli aiuti militari, a quelli economici e allo sviluppo culturale. Il secondo ambito, quello del dibattito, era il terreno di gioco del quarto studente: il discussant, che simulava l’attività di un ambasciatore intervenendo nell’assemblea esclusivamente in lingua inglese. Il suo ruolo era quello di esporre le proposte del Paese rappresentato dalla scuola in merito ad uno dei temi realmente discussi nel corso del summit internazionale dei Paesi più industrializzati del mondo. Nei primi due round del gioco, ogni scuola-nazione presentava le proprie proposte su un tema differente, mentre in quello finale i cinque finalisti hanno dibattuto tutti lo stesso tema, cioè l’economia nell’era digitale. In tutti i casi, i ragazzi sono stati valutati sia da una giuria di esperti, composta da diplomatici di professione, sia dall’assemblea composta dai rappresentanti delle altre nazioni.
Attraverso il gioco di ruolo i partecipanti hanno dunque avuto l’opportunità sia di conoscere e approfondire problematiche fondamentali a livello globale, sia di comprendere i meccanismi della diplomazia internazionale. Gli studenti si sono confrontati infatti con le due facce della diplomazia: i discorsi ufficiali, pubblici e valutati in base alla qualità degli argomenti e dell’esposizione, e le negoziazioni segrete, attraverso le quali ciascuno Stato tende a ottenere le risorse delle quali ha bisogno e per le quali è disponibile a raggiungere compromessi più o meno nobili. Tra discorsi, negoziati e dibattiti in lingua inglese, come avviene nella realtà, i ragazzi hanno affrontato diverse tematiche attuali quali lo sviluppo sostenibile, l’evoluzione delle infrastrutture, il cambiamento climatico, la corruzione, l’educazione e la difesa dell’infanzia, con il risultato, come spiega Ilaria De Francesco della classe 4BL “di essere spinti a riflettere su quanto sia determinante il ruolo dell’istruzione per poter assicurare un futuro a tutti. È infatti necessario conoscere e capire la tecnologia, le risorse che ciascun territorio ci offre, i diritti e i doveri a cui ogni cittadino è soggetto, ma soprattutto imparare dagli eventi del passato per evitare di commettere gli stessi errori nel presente”.
I ragazzi del Sylos, preparati e accompagnati dalla prof.ssa Lucia Boschetti, si sono distinti su entrambi i terreni di gioco, accedendo in un crescendo di suspense alla finalissima del 23 ottobre. Ad essere notata ed apprezzata, anche dal Comitato organizzatore, è stata in particolare la capacità dei nostri studenti di lavorare in squadra: ognuno è stato portato a ricoprire il compito più adatto in diverse situazioni e – spiega Valentina Angelicola, 4BL – “quattro persone sono diventate un’unica voce. In ogni momento eravamo del tutto complementari”.
Come emerge dalle parole dei partecipanti, la prima sfida vinta dalla scuola è stata quella educativa. Racconta ancora Valentina: “È difficile spiegare quello che abbiamo vissuto grazie a questa esperienza. Siamo partiti con una curiosità che si è concretizzata in una realtà a noi impensabile in quanto ci ha arricchiti sotto vari aspetti: culturali, umani e politici. È stata sicuramente un’esperienza che ci ha fatto crescere e il nostro entusiasmo (e anche la nostra provenienza pugliese) ci ha permesso di stringere legami affettivi e non solo alleanze! Infatti, la vittoria più grande, oltre ad avere la possibilità di accedere a luoghi solitamente chiusi ai non diplomatici, è stata conoscere tantissima gente con la quale ogni giorno continuiamo a scambiare opinioni”.
Le fa eco la compagna Ilaria, che definisce il Diplomacy Challenge “un’esperienza altamente formativa e significativa, impossibile da dimenticare. Abbiamo avuto la fortuna di entrare in contatto con un mondo che al giorno d’oggi è tanto importante quanto sconosciuto, vivendo in prima persona ogni aspetto che lo caratterizza.”
La partecipazione al Diplomacy Challenge, arrivata al termine di un breve corso sul public speaking organizzato presso il Liceo Sylos, ha rappresentato per i due studenti e le due studentesse della delegazione bitontina anche un momento di orientamento attivo, grazie agli incontri dedicati alle modalità di accesso alla carriera diplomatica.
Spiega Emanuele Porzia (4B): “Il fine di Diplomacy challenge è stato anche quello di plasmare la figura del diplomatico del domani. Sicuramente il piano di studi non è tra i più semplici: bisogna superare diverse selezioni prima di arrivare al termine del suo lungo cammino e creare le figure professionali in grado di occuparsi di trattare con i nostri “vicini”.
Emanuele, pur avendo personalmente “già mosso i fili dei burattini di quel teatro chiamato futuro”, ha trovato in Diplomacy challenge l’occasione di migliorare in quelle che ormai la scuola è abituata a catalogare come “competenze trasversali”: l’arte della retorica, la conoscenza dell’inglese e le capacità relazionali. In questo percorso l’apporto della scuola, con la sua ricettività e intraprendenza, si rivela infatti decisivo tanto quanto il necessario impegno dei ragazzi nello studio: “Prendere parte alla simulazione è servito anche a dimostrare come le metodologie proprie del public speaking e del dibattito, così come le nozioni necessarie a formulare un discorso, possano essere parte della nostra vita scolastica” sostiene Ilaria, mentre Valentina consiglia ai professori di “sostenere queste iniziative e soprattutto i ragazzi che hanno la volontà di mettersi in gioco”.
Una scuola attenta e sensibile nei confronti del mondo e dei propri studenti comincia da qui: da Bitonto come dal G20.