«Arrivederci, cara zia Anna, un ultimo, commosso saluto a Te, che sei stata barbaramente uccisa dalla cieca malvagità degli uomini, e alla tua anima pura e bella, che mai ha esitato ad affrontare le difficoltà della vita nel segno della bontà, e che ci ha guidato sempre con la luce forte della fede in Dio. Non è un caso che anche il Cielo oggi stia piangendo. Grazie, grazie di tutto, cara zia Anna, noi non ti dimenticheremo. Speriamo non lo faccia neanche la città tutta».
Con queste parole Lucia Lillo, nipote della vittima, ha voluto salutare la signora Anna Rosa durante il funerale che ieri si è tenuto nella Cattedrale mentre il cielo grigio e la pioggia, fuori, riflettevano al meglio quella tristezza che si respirava in chiesa. Era come se anche fuori, il cielo piangesse l’ingiusta dipartita di una donna innocente, uccisa per colpe altrui.
«Noi non ti dimenticheremo. Speriamo non lo faccia neanche la città tutta».
Già, speriamo. Perché è facile oggi rattristarsi, manifestare, indignarsi, gridare il proprio sdegno, sventolare bandiere ed esporre cartelli. È facile partecipare a fiaccolate, passando anche per i luoghi off limits, quelli dove si circola solitamente solo durante la settimana santa, quando si fanno “i sepolcri”. È facile dirsi contro la mafia.
Ma, finito il giorno del lutto cittadino, sepolto il corpo della signora Tarantino, ritornati tutti alle proprie case, cosa succederà? Cosa accadrà nei prossimi giorni, dopo le festività natalizie, quando tutti ritorneremo alla nostra vita quotidiana?
Questa è la vera sfida che oggi la città ha davanti a sé. Ed è una sfida che deve spingere ognuno di noi ad interrogarsi. Perchè non è vero, come spesso si dice e come è stato anche ribadito ieri dal palco di piazza Moro, che c’è una città divisa tra pochi criminali e tante persone oneste. È una sciocchezza. Non è una partita a guardie e ladri. Non è un film, dove è possibile distinguere chiaramente il buono dal cattivo, il bianco dal nero. In mezzo c’è un’ampia zona grigia fatta da quelle cosiddette persone oneste che finanziano i gruppi criminali acquistando quella merce per il cui controllo si spara. E si uccide. Anche persone innocenti come Anna Rosa.
Ed è per questo che il messaggio della giovane Lucia deve risuonare nelle nostre coscienze.
Ogni volta che acquisteremo sostanze stupefacenti da quei criminali, avremo dimenticato Anna Rosa. Ogni volta che qualcuno si vanterà perché Bitonto ha l’”erba buona”, Anna Rosa sarà dimenticata. Ogni volta che identificheremo l’intera città e l’intera comunità di Bitonto con il crimine, Anna Rosa sarà dimenticata. Ogni volta che gireremo la testa, che subiremo reati senza denunciare o che diremo «ma quelli, se li rispetti, ti rispettano», avremo dimenticato Anna Rosa, che non è certo morta per non aver mostrato rispetto a qualcuno.
E ancora, Anna Rosa sarà dimenticata ogni volta che la politica si vanterà di aver ripulito il centro storico, dimenticando o facendo finta di non vedere che tra i ragazzi che popolano le strade “ripulite” c’è chi si rifornisce di droga dai criminali che hanno ucciso Anna Rosa. Lì finanziano, se li fanno amici. Ne osannano le gesta. Salvo poi indignarsi quando si spara per il controllo di quel commercio.
Anna Rosa sarà dimenticata ogni volta che la politica dimenticherà che non ci sono solo piazza Cavour e piazza Cattedrale, ma ci sono altre zone del centro storico dove se proprio scegli di avventurarti, devi guardarti le spalle, dove le forze dell’ordine circolano poco e le sentinelle dei gruppi malavitosi squadrano da capo a piedi chiunque si avvicini. Lo abbiamo visto anche ieri durante la fiaccolata, passando per quelle stradine dimenticate, tra odori di erba e “facce brutte”.
Anna Rosa sarà dimenticata quando non si farà di tutto per sottrarre al triste destino di una vita da criminale, ragazzi che non hanno la fortuna di crescere nei contesti migliori.
Facciamo dunque in modo di non dimenticare il sacrificio della signora Tarantino e quali sono state le sue cause. Facciamoci un esame di coscienza. Tutti quanti. Nessuno escluso.
E non dimentichiamo Anna Rosa.