“In questi anni abbiamo orientato le politiche pubbliche della Regione Puglia verso l’abbattimento di tutte le barriere che potessero impedire una parità di accesso al diritto alla salute e al benessere per tutti”.
Così il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano in occasione della Giornata Mondiale per la consapevolezza sull’Autismo.
“La Puglia – ha continuato Emiliano – è stata tra le prime Regioni italiane ad aver dato attuazione alla Legge n.134 del 2015 e ad aver attivato i Centri di Autismo Territoriale. Bisogna continuare sulla strada del dialogo con le famiglie e valorizzare le esperienze e l’impegno di tante associazioni, che rappresentano il tentativo riuscito di agganciare un mondo che resta, per tanti versi, ancora da studiare ed esplorare a fondo”.
“Si tratta – ha concluso il Presidente Emiliano – di una strategia che permette la diffusione e l’informazione delle metodologie basate sull’evidenza scientifica e dei progetti di vita indipendente e il sostegno concreto al miglioramento dell’assistenza e degli interventi educativi in favore delle persone affette da autismo”.
E in piena sintonia rispetto a quanto dichiarato dal Presidente Emiliano, un tavolo di lavoro tra associazioni, ASL e uffici regionali per stanziare risorse e organizzare la diffusione di un vademecum alle famiglie che si trovano a dover gestire una diagnosi di autismo, è la proposta che, rispondendo a una domanda di Maria Rosaria Rosica, co-coordinatrice della “Cittadella del Bambino” di Bitonto, ha avanzato il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese.
“La storia che con il progetto iDO si sta scrivendo e che lega le famiglie, i ragazzi e i bambini autistici a un faro per il privato sociale come Fondazione con il Sud e a istituzioni pubbliche come la Regione Puglia, con le sue articolazioni di ARESS e ASL – ha detto Piemontese – deve diventare un modello di riferimento per molti decisori. L’impegno mio personale, che ho accompagnato la nascita di questa sperimentazione e ho misurato, nel settembre 2019, con quale gioia e entusiasmo stava partendo, è fare in modo che le risorse del bilancio regionale, le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza con cui saremo chiamati a interagire, le risorse del ciclo di programmazione 2021-2027 siano più legate ai reali e concreti bisogni delle famiglie, dei bambini e dei ragazzi, e meno ad alimentare burocrazia, uffici e scartoffie”.
“Il nostro impegno per attuare politiche che possano davvero essere utili alle persone con autismo e alle loro famiglie è massimo”, ha dichiarato l’Assessore al Welfare Rosa Barone. “Serve – ha proseguito Barone – la collaborazione tra le istituzioni, per una visione a tutto tondo che permetta di risolvere le problematiche attuali. Il terreno su cui misurarsi è rappresentato dalle concrete politiche sociali che devono tradurre in realtà gli indirizzi di fondo. Il mio lavoro, assieme a quello degli assessori alla Formazione e Lavoro e alla Sanità Leo e Lopalco sarà costante per potenziare i programmi di inclusione sociale e far sì che nessuno si senta invisibile. È un tema che ci riguarda tutti: istituzioni, corpi sociali, famiglie, singole persone. L’approvazione del Regolamento Regionale n. 9/2016 che disciplina la rete assistenziale per i disturbi dello spettro autistico costituisce certamente un’ottima base, ma è un punto di partenza. Nella logica della collaborazione tra le varie istituzioni e quindi di una visione a tutto tondo delle problematiche auspico la sottoscrizione di protocolli tra Regione, Ufficio scolastico regionale e il coordinamento dell’equipe deputata alla presa in carico con gli insegnanti e gli operatori educativi, individuando un case manager tra i propri componenti con funzione di raccordo tra servizi sanitari, servizi sociali, scuola e famiglia. È evidente quindi come non possa approcciarsi al tema in modo frammentato ma è necessario il coordinamento tra i vari assessorati e quindi tra salute, welfare, lavoro, istruzione e formazione”.
“L’autismo – ha dichiarato l’Assessore regionale alla Salute Pierluigi Lopalco – è una condizione con cui imparare a convivere. Così come l’autismo è uno spettro di forme variegate, altrettanto variegato è il bisogno di supporto per chi convive con questo problema e per le loro famiglie. Grazie a supporto e terapie molti bambini raggiungono la maggiore età con soddisfacenti livelli di funzionalità sociale. È paradossalmente che proprio allora i problemi si acuiscono perché viene meno il supporto della scuola che non viene sostituito con alternative di socializzazione. Sono proprio le iniziative di inserimento sociale e lavorativo che devono essere promosse per garantire un futuro più sereno per queste famiglie”.