Massima
attenzione per venire a capo (o almeno cercare di farlo) della
situazione criminale a Bitonto.
Di
conseguenza, allora, la soluzione più scontata e immediata: dirottamento nella città dell’olio di un numero maggiore di polizia
e carabinieri in modo tale da rafforzare i controlli, e assicurare più presenza delle forze dell’ordine tra le strade del paese.
Dopo
le due sparatorie consecutive di lunedì e martedì (tre in poche
settimane), che ha fatto riscoppiare la guerra tra i clan e
ripiombare i bitontini nella paura, la Direzione distrettuale
antimafia (Dda), con in testa il procuratore aggiunto Pasquale Drago,
ha chiesto e ottenuto un vertice del Comitato per l’ordine e la
sicurezza per capire cosa fare per frenare l’escalation criminale
bitontina e di tutta l’area metropolitana barese.
«Assicureremo – ha spiegato lo stesso Drago – la massima attenzione come magistratura e forze dell’ordine, cercando
in tutti i modi di venire a capo di questa situazione preoccupante
per l’ordine pubblico. I clan del territorio stanno vivendo una fase
di transizione perché, con i capi detenuti in carcere, sono in corso
guerre interne ai gruppi criminali e Bitonto ne è un esempio».
E,
in tema di bande, secondo gli investigatori, l’escalation di violenza
nella città dell’olio è spiegabile da una guerra in corso tra i
Conte e i Cassano per il controllo dei traffici illeciti sul
territorio, anche se non è totalmente da escludere una lotta
intestina tra frange dello stesso clan.
Non
è la prima volta che, nel recente passato, le istituzioni scelgono
la via dell’aumento di polizia e carabinieri per fronteggiare
l’emergenza criminalità, che però è viva più che mai.
Decisioni
simili sono state prese poco meno di un anno fa dopo un incontro tra
il sindaco Michele Abbaticchio e l’allora prefetto Antonio Nunziante,
a marzo dell’anno scorso
(http://www.dabitonto.com/cronaca/r/le-forze-dell-ordine-fanno-fronte-comune-per-combattere-la-criminalita/2663.htm),
e dopo gli episodi – che hanno fatto il giro del web e di Youtube –
della sparatoria del luglio 2013 in piazza Partigiani d’Italia.
A
ottobre è stato invece proprio il ministro dell’Interno Angelino
Alfano ad assicurare che la situazione di Bitonto viene monitorata
più delle altre
(http://www.dabitonto.com/cronaca/r/il-ministro-dell-interno-alfano-in-prefettura-particolare-attenzione-su-bitonto/4452.htm).
«Particolare
attenzione – affermava
il ministro in un vertice in Prefettura – viene posta alla situazione
di Bitonto,che è
un elemento di preoccupazione sul quale noi abbiamo focalizzato
l’attenzione, grazie alle azioni riuscite di sequestro e quelle
poste in opera su questo territorio per la presenza di grande
disponibilità di armi e di esplosivo».
Ben
presto capiremo cosa porterà questo nuovo aumento di attenzione nei
confronti della nostra città.
Il
primo cittadino, nel frattempo, non vuol sentire parlare di Far West
a Bitonto. «Rifiuto
questa locuzione – dice
al Tg3 regionale – perché
ci troviamo in una situazione simile anche negli altri Comuni del
barese, oppressi da una malavita che sta alzando il tiro per il
business della droga. Cosa è successo in questi giorni? Penso si
tratti di una competizione tra clan per mostrare i muscoli l’uno
all’altro e per contendersi il territorio».