Il Documento Programmatico Preliminare (Dpp) approvato la scorsa settimana dal Consiglio comunale sarebbe «vuoto e monco». Ad affermarlo è l’ingegner Francesco Vito Domenico Minenna, ex-consulente a titolo gratuito dell’urbanistica da giugno 2015 e dimessosi pochi giorni fa perché non coinvolto nella redazione del DPP.
Sono due le principali problematiche messe in evidenza dall’ingegnere: l’eccessiva genericità di alcune parti del DPP e la mancata discussione e condivisione del documento soprattutto con gli esperti del territorio. Questo lo renderebbe «sostanzialmente irregolare ed incompleto nei contenuti e nella procedura di adozione», si legge nella lettera di dimissioni dell’ingegnere. «Ho stima per il sindaco e l’assessore all’urbanistica Parisi – premette Minenna ai nostri taccuini – e non sono iscritto ad alcun partito, ma il DPP non è stato né divulgato, né condiviso, né discusso pubblicamente».
Il DPP, o Documento Programmatico Preliminare, è il primo passo verso la formazione del PUG, o Piano Urbanistico Generale. Il PUG è, ai sensi della legge italiana, uno strumento di gestione del territorio comunale italiano, composto da elaborati cartografici e tecnici oltre che da normative (legislazione urbanistica) che regolano la gestione delle attività di trasformazione urbana e territoriale del Comune di pertinenza. Quello in vigore nella nostra città risale al 1975, cioè a più di quarant’anni fa.
L’ingegnere torna a parlare dunque di uno dei temi più importanti affrontati nell’ultimo Consiglio comunale e, in una nota consegnata alla stampa, mette in luce tutte le criticità che indeboliscono l’attuale DPP: «Della prima fase di redazione del DPP – si legge – non sono stati pubblicati nemmeno i quadri interpretativi che, secondo il DRAG (ovvero il Documento Regionale di Assetto Generale, previsto dalla Legge regionale n.20/2001, lo strumento che definisce le linee generali dell’assetto del territorio, ndr) dovrebbero essere “non sommari e costruiti in modo condiviso”. Della seconda fase, relativa all’indicazione dei “primi obiettivi e criteri progettuali del PUG, in riferimento ad un’idea di sviluppo socio-economico e spaziale condivisa e maturata”, nulla è stato pubblicato e discusso».
La «mancata condivisione e discussione» sostenuta dall’ingegner Minenna fa riferimento al fatto che la redazione del DPP andava affiancata alla pubblicazione e discussione delle singole sezioni del documento, soprattutto con gli esperti del territorio. E l’esperienza partecipativa dell’Urban Center allora? «È stata una giusta esperienza – replica l’ingegner Minenna – ma in quegli incontri si è detto tutto e niente. Si è trattato di incontri generici, ma i veri momenti di condivisioni dovevano esserci dopo la stesura del documento e con una discussione pubblica che coinvolgesse soprattutto chi conosce il territorio. Il DPP consta di 1000 pagine, è impossibile analizzarle in 10 giorni, quando occorrerebbero mesi, soprattutto per i consiglieri comunale che non sono esperti». E in effetti i consiglieri comunali hanno ricevuto il DPP solamente 12 giorni prima della seduta consiliare in cui era prevista la sua approvazione.
Fra le altre criticità dell’operazione, il fatto che «nella convenzione sottoscritta dal DICAR, è stata prevista esplicitamente, oltre alla consulenza gestionale, anche “l’assistenza nella fase conclusiva di divulgazione nei contenuti del DPP nel programma partecipativo”, che è totalmente mancata». Il DICAR è il Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico di Bari che doveva occuparsi della consulenza gestionale al fine della redazione del DPP, secondo una convenzione stipulata con il Comune di Bitonto per la somma di 35 mila euro, al netto di IVA.
«Il DICAR non ha espletato – continua Minenna – in modo completo il suo incarico finalizzato, secondo la convenzione, a produrre “studi, indagini e valutazioni estesi all’intero territorio, la cui ricchezza deve essere tale da rappresentare una base utile alla discussione con gli attori locai, al fine di meglio definire gli obiettivi e le strategie di azione del PUG”».
Un’altra debolezza dell’attuale DPP, a detta dell’ing. Minenna, sarebbe la genericità dei suoi obiettivi, dato che il DRAG prescrive che “la consultazione pubblica non si può fondare su una analisi di larga massima della situazione locale né mirare alla condivisione di obiettivi tanto generali da risultare generici”.
«Il DPP non deve farlo solo l’assessore» ribadisce l’ingegnere. «Può darsi che l’abbia fatto in fretta, viste le elezioni. Questo DPP è vuoto e monco – conclude – non so a chi potrebbe servire».
Dopo la discussione di osservazioni e controdeduzioni dell’amministrazione che possono essere presentate entro 20 giorni dalla data di approvazione, il documento passa al vaglio della Regione. «Il passaggio è burocratico – sottolinea l’ex-consulente del Comune – e solitamente la pratica del DPP è evasa velocemente e non con la stessa attenzione rivolta ad un Piano Urbanistico Generale». Nel caso in cui la Regione rilevasse delle irregolarità, il DPP sarebbe rispedito al Comune per una sua riformulazione.