Con una pettorina, si aggirano nelle frazioni per controllare che la differenziata venga svolta dai cittadini nel modo corretto: controllano i bidoncini, scattano qualche fotografia, niente di più. Un servizio esclusivamente di supervisione e sensibilizzazione alla differenziata, avviato dall’azienda A.s.v. e affidato a una cooperativa bitontina pare dopo regolare bando, già sospeso da ieri dopo l’immediato intervento del sindaco Michele Abbaticchio e del Presidente del Consiglio comunale Gaetano de Palma. Ma nelle frazioni, lo strascico delle polemiche dei giorni scorsi è ancora forte.
“Non stiamo perseguendo nessuno. Sono soltanto degli ispettori ambientali, o sensibilizzatori, che girano con lo scopo di capire quali problematiche ancora persistono e, quindi, aiutare l’azienda a fare un quadro della situazione. La macchina fotografica di cui sono muniti non è uno strumento coercitivo, ma serve per riportare una documentazione certa. Da qui partirà un’ulteriore attività di informazione e sensibilizzazione”, spiega il dott. Vincenzo Castellano, amministratore dell’A.s.v. Continua: “Purtroppo la gente non ha ancora capito che la strada è quella della differenziata, che l’indifferenziato che si raccoglie il mercoledì non è la busta in cui far confluire tutto, perché questo significa non ottemperare al proprio dovere di cittadino. Forse ancora non si è capito che conferire l’indifferenziato nelle piattaforme autorizzate costa 150 euro a tonnellata e a Bitonto giornalmente si producono 50-55 tonnellate di materiale, un costo che viene coperto dalle tasse che pagano i cittadini. Ecco perché è necessario fare in modo che l’indifferenziato non superi il chilo per famiglia, solo così si potrà accedere alla scontistica prevista per la Tari. Ma c’è gente a cui ancora tutto questo non importa”. E a proposito della mancata riduzione sulla Tari, chiarisce: “È stato un anno di prova. Dovevamo ‘tastare il polso’ ai rilevatori strumentali in dotazione, che sono stati tarati e ritarati”.
Nessuna multa, dunque, da parte degli ispettori ambientali, o sensibilizzatori che dir si voglia. Anche se restano alcuni dubbi sulla legittimità del loro servizio.
Perché non è stata fatta una opportuna operazione di comunicazione, al fine di preannunciare il loro arrivo nelle frazioni?
Ancora. Sicuro che non si sia valicato il confine sottile tra controllo amministrativo sulla differenziata e violazione della privacy, dal momento che i bidoncini sono collocati fuori dalle abitazioni e spesso, per un più facile riconoscimento, presentano targhette nominative? A tal proposito, il Garante della privacy si è già espresso, sentenziando: “Invasiva è ritenuta la pratica di ispezioni generalizzate dei sacchetti. Gli organi addetti ai controlli possono procedere ad ispezioni selettive solo nei casi in cui abbiano ragione di ritenere che i rifiuti siano stati lasciati senza osservare le norme in materia di raccolta differenziata e il cittadino non sia identificabile in altro modo”.