L’argomento scottante, ieri, in seno al Consiglio comunale, era quello della petizione popolare riguardante la scuola “don Tonino Bello” di Palombaio.
Una storia che incrocia più sguardi e destini. Quello di una comunità, che si aggrappa e si sente tale a scuola. Di chi ci lavora. Di chi la vive ogni giorno, e vorrebbe viverla sempre meglio.
Una questione che – almeno a parole – è stata a cuore a tutto l’emiciclo, ma non sono mancate le polemiche, soprattutto sull’interpretazioni di legge dello Stato e sul metodo operativo.
Petizione e situazione. La petizione arriva alla Segreteria generale del Comune l’11 luglio, oltre cinque mesi fa.
I firmatari – ma sono entrambi le frazioni a chiederlo all’unisono – chiedono all’amministrazione targata Michele Abbaticchio e a tutta la politica di “fare ogni passo, verso la Regione Puglia e l’Ufficio scolastico regionale, per il riconoscimento all’Istituto comprensivo dello status di scuola operante in contesto di disagio-economico”, per consentirgli di mantenere la piena autonomia.
Già, autonomia. Ed è già questa una parola da interpretare. Secondo la normativa vigente, è dal 1997 – legge Bassanini – che ogni scuola la possiede.
In realtà, però, sempre la normativa attualmente in vigore sottolinea – e la forzista Carmela Rossiello lo ha fatto notare – per essere pienamente autonoma, una scuola deve avere un dirigente scolastico con contratto triennale e un direttore amministrativo esclusivo. E un preciso numero minimo di iscritti, una conditio sine qua non. Seicento, e la don Tonino Bello negli ultimi anni si è aggirata attorno a queste cifre, ma non ha ancora né dirigente né direttore amministrativo.
Succede, però, che la Giunta regionale – altra cosa importante: quella scolastica, con la Riforma del Titolo V della Costituzione nel 2001 è una materia di competenza regionale – con determina dell’ottobre 2016 – attenzione, oltre un anno fa – “Linee di indirizzo di dimensionamento della rete scolastica 2017-2018” – fa un preciso focus su quelle aree territoriali caratterizzate da particolari criticità, e invita i singoli Comuni a effettuare Piani di riordino scolastico che tengano conto delle situazioni di disagio.
Ok unanime dall’emiciclo. Ieri l’aula consiliare – in un ritardo oggettivo – si è confrontata sulla questione. Le volontà amministrative sono state chiarite subito dal sindaco Michele Abbaticchio e dall’assessore alla Pubblica Istruzione Angela Saracino. “Abbiamo tenuto in grande considerazione la petizione – ripetono – facendo solo qualche piccola modifica di carattere tecnico per renderla ancora più valida. Stiamo pensando a un atto di indirizzo ad hoc da inviare al Provveditorato in modo tale da garantire che l’istituto possa mantenere la sua autonomia, in vista di una completa riorganizzazione della rete scolastica che effettueremo per il prossimo anno”.
E l’assessore ha aggiunto qualcosa in più. L’assoluta attenzione da riservare alle frazioni, e un emendamento presentato dal suo gruppo consiliare “Tra la gente” (Emanuele Abbatantuono e Arcangelo Putignano, entrambi intervenuti) nel quale si ribadisce, tra le altre cose, di “sostenere le finalità della petizione, e di impegnarsi a perseguire tutte le strategie possibili per consentire, finalmente, l’attribuzione di un dirigente scolastico a tempo indeterminato e un direttore amministrativo in via esclusiva”.
L’opposizione – che a inizio seduta ha tentato un colpo gobbo tentando di abbandonare l’aula, dopo però aver alzato la mano in fase di appello – ha mugugnato, soprattutto sul metodo utilizzato dall’ammnistrazione. A suo modo di vedere parziale e non risolutivo.
Programmazione questa sconosciuta, insomma.
Lo ha fatto Cataldo Ciminiello dei 5 stelle, Antonella Vaccaro del Partito democratico, Carmela Rossiello di Forza Italia, Emanuele Sannicandro di “Insieme per la città”, Francesco Scauro del Partito socialista.
La maggioranza, ovviamente, la pensava in modo diverso, con Giuseppe Maiorano (Progetto Comune-Viviamo la città), Christian Farella (Direzione Bitonto), Francesco Brandi (Città democratica).
Finisce con ok unanime alla petizione e all’emendamento. Ora la palla passa all’Ufficio scolastico regionale, perché oggi per la don Tonino Bello non è cambiato proprio nulla.