Dalle 3.36 di ieri mattina l’Italia non è più la stessa.
Interi paesi cancellati dalla furia del terremoto.
Uomini, donne e bambini uccisi nel sonno, nella maniera più crudele possibile. Famiglie intere senza più nulla e destinati a vivere per le strade fra cumuli di abitazioni sbriciolate.
Vero, s’è scatenata la macchina della solidarietà, in cui la nostra nazione pare eccellere egregiamente.
Ma, in quell’oceano di dolore, anche chi s’è fiondato lassù per prestare i primi, fondamentali soccorsi, non riesce a non provare sgomento e sofferenza.
“E’ straziante, è straziante“.
“I ragazzi che sono partiti per Amatrice e Pescara del Tronto non fanno altro che ripetere queste parole. E’ davvero terribile. Grande sconforto, dolore infinito, pianti lancinanti e disperazione profonda ovunque“.
Parole ferite di Luigi Presicce, che sta coordinando tutte le unità del S.A.S.S. (Servizi Ausiliari per la Sicurezza stradale e sociale), formate da bitontini e dispiegate sul territorio in continuo contatto con il Dipartimento di Protezione Civile Nazionale e Prefetture di Rieti ed Ascoli Piceno.
In serata, con un’altra squadra egli stesso li raggiungerà.
“I nostri, stanotte e stamattina, in collaborazione con la polizia locale abbiamo estratto dalle macerie persone oramai morte, poi ci hanno dato il cambio e ora stanno distribuendo i viveri“, racconta desolato.
E chissà come dev’essere disseppellire fra pietre e polvere esseri umani senza più vita…
Noi che scriviamo rivolgiamo loro sentimenti di gratitudine. Punto.