Bitonto
non è sicura. Una conferenza civica e “civile” per proporre
collaborazioni serie tra le Istituzioni, una sorta di patto per la
sicurezza.
E,
soprattutto, nessun confronto su Facebook né tanto meno usando toni
da campagna elettorale.
Francesco
Cariello, portavoce bitontino del Movimento 5 stelle alla Camera,
interviene deciso sul tema della sicurezza e legalità in città
lanciato da un post provocatorio di “Bitonto
in Movimento”.
Il
gruppo sito in via Perrese ha pubblicato, il 29 agosto, una lunga
nota su Facebook in cui accusava l’amministrazione comunale di essere
inerte e immobile sulla questione. E di essersi trincerata dietro un
incredibile silenzio.
Fra
gli episodi riportati, però, c’è una nuova presunta sparatoria in
via Messeni accaduta di recente, ma in realtà vecchia di un anno.
Un
errore pesante, a cui hanno risposto seccati dapprima il sindacoMichele Abbaticchio (che chiude le porte a un possibile confronto in
campagna elettorale), il Meet up “Bitonto 5stelle”, e anche
Francesco Cariello.
Che
prende le distanze dallo scritto del suo “ex” movimento.
“La
città è sicura? La risposta è no senza condizioni. Parliamo di
Bitonto e non è questione di “tempi” e né di “uomini al
comando”. Se tutti noi in pubblico elogiamo tante altre qualità
della nostra città, è solo perché la amiamo a tal punto da
evidenziare le cose belle verso chi viene da fuori. Ma la realtà
dobbiamo affrontarla con responsabilità. Dove confrontarsi, su
Facebook? Direi proprio che non aiuta”.
Che
fare, allora? “Riuniamo
una conferenza civica e civile per proporre una qualche forma di
collaborazione tra le istituzioni in tema di sicurezza. Mi rifiuto
di fare altre interrogazioni al ministro dell’Interno, perché ho
denunciato più volte la loro inefficacia pur avendone sottoposte
diverse.
Piuttosto penserei a un patto per la sicurezza come
previsto dal decreto sicurezza. Questa è la linea che collega i
poteri conferiti ai sindaci dallo stesso decreto e le autorità di
pubblica sicurezza. Stiliamo insieme una proposta di patto da inviare
al prefetto che includa forme di cooperazione tra polizia municipale
e forze di polizia, concorso delle forze armate nel controllo del
territorio, impiego di sistemi di videosorveglianza nei luoghi
pubblici connessi con le centrali operative, collaborazione di
associazioni volontarie di cittadini non armati nel presidio dei
territori.
Un patto per la sicurezza può conferire al prefetto
l’autorizzazione a stipulare convenzioni con enti locali per
incrementare i servizi di controllo del territorio, prevenzione e
potenziamento delle capacità di intervento della polizia locale
nelle attività ordinarie.
Se al prefetto dovesse arrivare una
richiesta di questa portata, non credo che il ministro si possa
permettere di non rispondere”.
Poi
la conclusione: “Credo
sia opportuno e giusto parlare di sicurezza lontano da fatti
criminali e meglio ancora non farlo con toni da campagna elettorale,
perché gli eroi esistono solo nei film”.