Chiusa da un paio di settimane la stagione regolare dell’Eccellenza pugliese con l’amarezza non tanto della sesta posizione, ma di quel punto che gli è mancato per l’accesso ai Playoff, per l’Us Bitonto è tempo di iniziare a sbirciare alla prossima annata calcistica, e ai soliti dubbi che già l’accompagnano.
Cosa vuole fare il patron Francesco Paolo Noviello? Ha i mezzi per portare avanti la squadra? La cederà? E la fusione con l’Omnia s’avrà veramente da fare? Resterà ancora in panchina Girolamo Zinfollino?
Tante, anche per colpa dei Social, le notizie che girano sulle sorti della più vecchia squadra di calcio della città. E, a quanto pare, molte sarebbero menzogne. Ne è convinto il direttore generale Vincenzo Cariello, che torna a parlare e, quando lo fa, non è mai in modo banale.
“Ogni anno è sempre la stessa storia. Già vista e rivista. Ogni anno si parla di un Bitonto ridotto sul lastrico e prossimo al fallimento, ma così non è. Ve lo posso assicurare. Il Bitonto, come ribadito dal presidente onorario Francesco Noviello, non è in fallimento. Lo stesso presidente onorario, ha inoltre ribadito ancora una volta che la città non può avere due squadre. Se si vuol fare qualcosa di importante per davvero, la cosa ideale sarebbe unire le forze. Qualora dovesse presentarsi l’opportunità di avere una squadra che continui a chiamarsi U.S. Bitonto e che porti i colori neroverdi, anche con persone nuove in società, si potrà avanti tranquillamente. Se così non dovesse essere, verranno intrapresi nuovi scenari. Nuovi scenari, che potrebbero essere rappresentati dall’ingresso in società di nuovi imprenditori, i quali saranno ben accetti, o, come fatto già diversi anni, qualora non dovessero presentarsi gli scenari sopra citati, andremo avanti con le nostre forze”.
L’ex presidente, in realtà, non dice nulla di nuovo, in realtà. Timida apertura alla fusione (sulla quale anche i tifosi si spaccano, ndr), ma se questo non dovesse avvenire, si andrebbe avanti con quello che c’è, e con quelli che eventualmente ci sarebbero.
Cariello, poi, fa un rapido rewind della serie A del tacco d’Italia appena lasciata alle spalle, spiegando i perché Modesto e compagni dopo un girone d’andata da primi della classe, hanno avuto il passo del gambero da gennaio in poi.
“Dal canto nostro, per quanto riguarda la stagione passata, non ci resta che leccarci le nostre ferite. Per cui affermo a gran voce che è del tutto inutile oggi, andare contro l’Omnia. Va detto piuttosto che la squadra, da dicembre in poi, vuoi per gli orari di lavoro dei dirigenti, che impedivano di essere presenti fisicamente al campo, non ha avuto nessun apporto umano, e questo può aver influito molto sul gruppo dei ragazzi, in una fase delicatissima e decisiva della stagione. Poi ha subito anche l’inevitabile calo fisiologico che tutte le squadre hanno in un determinato momento della stagione. Se a ciò andiamo a sommare anche due infortuni pesanti come quelli di Luigi Rana e Gennaro Manzari, e qualche decisione arbitrale discutibile, credo che le conclusioni si possano trarre da sole. Ma ormai tutto ciò fa parte del passato e noi dobbiamo guardare al futuro”.