Quando lo si svolge con lealtà e passione, anche il mestiere di calciatore può avere una sua nobile dignità. L’esempio vivente di questo assunto è il giovane Fabio Delvino, 23enne difensore bitontino della Virtus Francavilla. Duttile, quindi intelligente e viceversa, ché nel reparto arretrato sa ricoprire più ruoli, pur prediligendo la destra, maturo da subito, sin da quando volò ad Alessandria, lontano da casa, per giocare e cullare le sue virtù, impegnato seriamente negli studi al punto da miscelare con sapienza i libri al pallone, questa sera col blasonatissimo Palermo taglierà il prestigioso traguardo delle 100 presenze fra i professionisti. Gonfieranno il petto felici i suoi genitori, che sono i suoi primi, amorevoli fans, ma pure chi nel mondo del calcio lo ha formato e lanciato, a cominciare dal baffuto ironico Gino Rossiello nel glorioso Torrione, e i mister Zavettieri, Prayer, Di Domenico, Cafaro, che lo hanno allevato nei vivai di Bari, Andria, Barletta, Matera. Solida e ambiziosa il giusto, la sua patria pallonara da due stagioni a questa parte è Francavilla Fontana, alla corte del regale Magrì e agli ordini del condottiero Colombo, ambiente ideale per chi voglia realizzarsi in sbarazzina serenità. Certo, Fabio col suo stile incantevole e antico, connubio raro per un centrale che ha bisogno di prato dinanzi a sé per esprimersi al meglio, ha rapito gli sguardi degli occhiuti osservatori di club di categorie superiori. Ma lui, conoscendolo, continuerà a spendersi per i colori biancazzurri con ardimento e fede, senza scomporsi più di tanto. È pieno di stelle il cuore di un giovane calciatore che si batte con pugnace limpidezza per i suoi sogni…