Prima
bordata: «Molta gente che è salita sul carro dei vincitori questa stagione
ha già ripreso la sua strada e ci ha abbandonato».
Seconda
stilettata: «Non è per nulla carino sentire e vedere molta gente che fa
speculazione attorno al nome e alla vicenda dell’U.S.Bitonto».
Terza
graffiata: «Non sono io quello che vuole far sparire il calcio a Bitonto».
Nel
giorno in cui “Nucleo Compatto 2013”, il gruppo ultras sorto qualche mese fa,
lo invita senza infingimenti «a lasciare il
titolo dell’U.S.Bitonto perché non ti appartiene, e di lasciarlo presto, che
sia al sindaco, alla federazione, alla Chiesa. Il Bitonto non è tuo. Il Bitonto
è nostro, e i successi dell’ultima stagione sono dei ragazzi che
hanno buttato sangue e sudore, quegli stessi ragazzi che hanno giocato senza
stipendio ma che non si son fatti problemi», lui,
il patron Francesco Paolo Noviello,
cerca di fare chiarezza e di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
Il punto di partenza, comunque, è ben definito: se non c’è
qualche imprenditore serio che dimostri interesse verso la causa neroverde, il
campionato d’Eccellenza è a rischio.
Il problema, invece, è che il tempo è tiranno: il termine per
l’iscrizione al campionato scade a metà luglio. «Io sono disposto ad
aspettare fino all’ultimo giorno utile qualcuno che si faccia avanti, ma se
questo non dovesse accadere valuterò il da farsi. È molto imbarazzante,
comunque, l’indifferenza della città verso una squadra che ha vinto tutto la
passata stagione», arringa il presidente.
E, ovviamente, attendono anche i giocatori e mister Muzio di
Venere. «Da lunedì sono tutti senza contratto – ricorda Noviello – ma
hanno dato quasi tutto l’impegno morale di voler restare con noi. Ma è chiaro
che vogliono garanzie e impegni precisi entro pochissimi giorni».
A quanto pare, però, qualcuno avrebbe tentato di bussare alla
porta del patron neroverde (seppur indirettamente, dice lui) per sondare il
terreno ma, a quanto pare, nulla di concreto. Almeno per il momento. «Ci
sono stati dei piccoli interessamenti sia da parte di imprenditori non
bitontini che locali – conferma Noviello – ma è impensabile acquistare
con zero euro una squadra che arriva in Eccellenza da vincente. Qualcuno pensa
di acquistare l’U.S Bitonto alla stessa cifra dello scorso anno, ma non può
essere così».
La più anziana società calcistica della città, allora, si vende
ma non si svende. Già, ma quanto vale il Bitonto secondo Francesco Paolo
Noviello? «Non è tanto una questione di numeri – precisa il patron – ma quanto di rispetto
verso una squadra che la passata stagione è stata vincente».
Poi l’appello all’amministrazione comunale (in modo particolare
all’assessore allo Sport Domenico Nacci) affinché riesca a cavare il ragno dal
buco e a sbrogliare una matassa che pare complicata.
E proprio da Palazzo Gentile, in realtà, qualcosa si muove.
Nacci, infatti, ammette che ci sarebbe una vera e propria cordata, formata da
imprenditori locali e non, che sarebbe interessata alle sorti dell’U.S.Bitonto
e del calcio cittadino, per quello che lui stesso definisce «un cambiamento
epocale».
La speranza è che nei prossimi giorni la vicenda si sbrogli,
affinché l’estate bitontina 2014 non sia così rovente come le ultime.