Sindacati sul piede di guerra. E Azienda servizi vari in stato di agitazione.
Oggetto del contendere? La vendita delle quote appartenenti al Comune, e cioè il 60 per cento, decisa poco più di un anno fa in seguito alla riforma sulle società partecipate voluta dal Governo Renzi.
In modo particolare, sarebbero le organizzazioni sindacali Cgil, Uil Trasporti e Fiadelia, a opporsi a tale vendita, e lo hanno comunicato in una lettera inviata qualche giorno fa ai vertici aziendali, al sindaco Michele Abbaticchio e all’assessore all’Ambiente Rosa Calò, nonché al prefetto di Bari Marilisa Magno.
La dichiarazione dello stato di agitazione si è resa necessaria “a seguito dell’assemblea dei lavoratori Asv indetta in data 8 settembre – si legge nella missiva – ove si è discusso dell’esito dell’incontro verbale tenutosi in data 30 agosto con il sindaco del Comune di Bitonto, che pertanto è stato ritenuto insoddisfacente, verificato anche che all’Albo pretorio dello stesso Comune, in tema di appalti e gare, vengono pubblicati atti che destano forti preoccupazioni nei lavoratori stessi”.
La situazione, in realtà, normativamente parlando, è complessa. E non sempre chiara, sia a livello nazionale che regionale.
L’Asv, infatti, è una società che presenta il 60 per cento di quote pubbliche, in mano al Comune, e il restante 40 per cento è in mano a un socio privato, la Puglia Multiservizi srl. E già questo è un primo problema: essendo una società a carattere misto, l’Azienda non può avere direttamente il servizio di raccolta di rifiuti porta a porta.
Nel frattempo, però, l’Asv ha in gestione il servizio di Igiene urbana fino al 30 novembre, a seguito di una ennesima proroga disposta a maggio, anche perché la società che avrebbe dovuto gestire lo stesso servizio sia a Bitonto che a Terlizzi, Corato, Ruvo e Molfetta, la Sanb, non solo non è mai partita, ma adesso è in stato di liquidazione.
Secondo problema.
A cui se ne aggiunge un terzo: l’Agenzia nazionale anticorruzione, l’Anac di Raffaele Cantone, ha detto basta a queste continue proroghe, dopo aver bacchettato nel recente passato.
Da Palazzo Gentile sono costretti, quindi, a correre ai ripari, e a trovare un nuovo soggetto a cui affidare l’Igiene urbana. Magari proprio all’Asv, anche se a luglio proprio il Comune ha dato il via a una indagine di mercato – si è chiusa a fine agosto – per raccogliere le manifestazioni di interesse proprio per il nuovo servizio della raccolta dei rifiuti e del porta a porta.
Che fare, allora? Da alcune fonti provenienti da corso Vittorio Emanuele e da quello che ha riportato ieri la “Gazzetta del Mezzogiorno” – l’amministrazione comunale starebbe pensando di riprendersi e conservarsi il 60 per cento delle sue quote, e di mettere in vendita le quote del socio privato, a favore di un socio operativo.
Si darebbe vita, praticamente, a una cosiddetta “gara a doppio oggetto”, con cui da un lato bisogna trovare il socio operativo, e dall’altro affidare servizi pubblici essenziali quali la manutenzione del verde, i tributi e la raccolta dei rifiuti.
I sindacati chiedono “un “tavolo tecnico con la presenza del signor sindaco e l’assessore all’Ambiente nel più breve tempo possibile, al fine di chiarire e risolvere tali situazioni”.
Qualcosa in più si potrebbe conoscere anche il 22 settembre, il dì in cui è stato convocato un Consiglio comunale sulle partecipate, e voluto dall’opposizione anche per capire meglio i conti (a quanto pare non proprio a posto) dell’Azienda servizi vari e non solo.
Nel frattempo, ai nostri taccuini, l’amministratore unico Asv Vincenzo Castellano così commenta: “L’Azienda è assolutamente terza rispetto alla problematica. Continuiamo a svolgere il nostro lavoro e aspettiamo gli eventi qualsivoglia possano essere. L’Asv è viva e vegeta, e prospera giorno dopo giorno. Stamattina verrà firmato il contratto con il Comune di Mesagne, mentre l’aggiudicazione del servizio a Cassano, Grumo Appula e Santeramo in Colle è ormai una cosa acquisita”.
La raccolta differenziata “piange”. La nostra città è bocciata anche per quanto concerne la raccolta differenziata. Stando agli ultimi dati pubblicati dalla Regione Puglia, Bitonto ha chiuso il mese di giugno – ultimi numeri disponibili – al 31,15 per cento, in ribasso di un punto percentuale rispetto a maggio, ma di oltre sette punti rispetto a giugno 2016, quando il dato si attestava al 38,39 per cento.
Certo, rispetto all’inizio dell’anno la percentuale è aumentata di nove punti percentuali – era al 22,02 a gennaio – ma non si può affatto sorridere.
E Antonella Vaccaro, capogruppo consiliare del Partito democratico, lancia l’allarme: “con la legge numero 5 del 2 maggio 2017, la Regione ha confermato la precedente misura dell’ecotassa a favore dei Comuni che, nei mesi di settembre e ottobre 2017, riescano a conseguire un incremento medio di almeno il 5 per cento del livello di raccolta differenziata rispetto a quello raggiunto nel periodo 1/9/2015 – 31/8/2016. Il dato di Bitonto è 30,12 quindi dobbiamo raggiungere il 35,12. Occorre quindi, fare un grande sforzo per avvicinarci al più presto al dato utile affinché non vi siano aumenti sull’ ecotassa a danno dei cittadini”.