Non ha usato giri di parole per condannare con forza l’Imu destinata ai terreni agricoli, sicuro di rappresentare il sentire di tanti agricoltori attualmente in difficoltà e amministratori locali che non la condividono.
Durante la riunione della Commissione “Finanza Locale”, che si è tenuta a Roma il 25 febbraio, presieduta daFrancesca Balzani, assessore al bilancio del Comune di Milano, e da Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e presidente dalla Fondazione “Ifel”, Domenico Damascelli, Consigliere Nazionale Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e Vicepresidente di “Idee Comuni”, ha espresso con determinazione il suo forte dissenso a quella che definisce “una tassa ingiusta, iniqua e inapplicabile, che penalizza inesorabilmente l’agricoltura italiana“.
“Soltanto tanta confusione e tanto caos creati dal Governo con un ginepraio di provvedimenti emanati in soli sessanta giorni. Un decreto interministeriale il 28 novembre 2014, con alcuni criteri concernenti l’altimetria e una scadenza per il versamento del tributo al 16 dicembre, un decreto legge a dicembre per la proroga dei termini al 26 gennaio ed un ulteriore decreto legge a gennaio 2015 con criteri diversi dai primi e anch’essi irragionevoli per la determinazione delle cifre imponibili. È illogico che si parli ancora di aree montane, quando l’Unione Europea effettua distinzioni territoriali diverse. È assurdo che per un ettaro di oliveto pugliese si debba pagare e, invece, per un meleto della stessa estensione del Trentino, che ha una redditività notevolmente superiore, vi sia l’esenzione. Tra l’altro i Comuni non hanno alcuna certezza di poter coprire i tagli del Governo con un gettito soltanto presunto e con stime del tutto erronee”.
Perentoria la proposta di Damascelli: “L’Imu sui terreni agricoli è inapplicabile perché tre decreti differenti e tre scadenze diverse in meno di due mesi hanno generato una situazione paradossale in palese contraddizione persino con lo statuto del contribuente. Si pensi che, addirittura, per l’anno 2014 l’imposta è disciplinata da due decreti con criteri diversi e che i termini di pagamento, modificati più volte, sono stati stabiliti pochi giorni prima della scadenza. Le economie delle nostre città si fondano sull’agricoltura, che va sostenuta e non penalizzata. La nuova Imu, invece, uccide il settore primario con inevitabili conseguenze negative non soltanto per gli addetti, ma per tutte le comunità territoriali.”
Damascelli, inoltre, ha posto anche l’accento sulla necessità di rivedere la morsa del Patto di Stabilità per i Comuni più virtuosi ed ha chiesto quali saranno i nuovi criteri di calcolo delle basi imponibili in relazione alla revisione dei valori catastali, auspicando che non ci sia una nuova stangata per i cittadini e le autonomie locali.