La frase altisonante, Carmela Rossiello, la riserva alla fine: “Noi siamo una squadra. Gli altri sono marmellata”.
E questo dettaglio, secondo il candidato sindaco del centrodestra (a suo supporto Forza Italia e Rivoluzione cristiana) non è da poco, perché fa rima con onesta, coerenza e credibilità. Soprattutto rispetto a chi – è stato il mantra più volte ribadito ieri sera dal palco di piazza Padre Pio – ha lasciato la casa madre per accasarsi altrove. Con le coalizioni di centrosinistra, per soddisfare appetiti personali.
Il resto, poi, nel primo comizio elettorale del consigliere comunale e del già candidato sindaco del centrodestra nel 2012, lo fa il programma. In cui c’è la volontà di creare una piccola squadra di polizia rurale all’interno del corpo dei vigili urbani per maggiore sicurezza nelle campagne. E defiscalizzare chiunque voglia fare impresa e attività nella Zona artigianale, giudicata una “cattedrale nel deserto”.
“È sotto gli occhi di tutti – ha sottolineato Rossiello – la sciatteria di quest’ amministrazione, che non ha mai pensato allo sviluppo economico della città, come dimostra una zona 167 abbandonata a se stessa. Anche la sicurezza è allo sbando, perché siamo in preda a rapine in pieno giorno e in campagna, per non parlare poi di tante strade a groviera e per nulla illuminate, soprattutto quelle di ingresso in città”.
“Il sindaco – ha attaccato – non è stato in grado di ascoltare i cittadini, soprattutto con la carica di vicesindaco della Città metropolitana. Si è circondato di minus utili sono ad alzare le mani quando si deve votare. In questi cinque anni ha tagliato soltanto nastri, e nelle 78 pagine di programma che presenta racconta solo favole. Ha sempre decantato il termine “partecipazione”, ma in realtà le proposte che arrivavano dall’opposizione sono state sempre bocciate. E adesso succede che chi ha avuto il coraggio di investire nel Centro storico pagherà una tassa di occupazione di suolo pubblico come se fossimo a Milano, Roma e Venezia”.
Secondo Domenico Damascelli (“non mi candido per poter fare al meglio il mio compito di consigliere regionale”), invece, “chi ha governato questa città deve avere il coraggio di rendicontarlo ai cittadini.
Il sindaco non ha meriti sulla rinascita del Centro storico, perché se è accaduto è soltanto grazie a una nuova piazza Cavour, voluta dal governo di centrodestra, e dall’imprenditorialità di tanti giovani bitontini. Il Regolamento del Centro storico? È stato un lavoro di scrittura e di votazione di tutto il Consiglio comunale. Chi è sempre stato di destra e ora è andato a sinistra ha avuto un atteggiamento vergognoso”.
Sulla stessa lunghezza anche Francesco Gaudimundo, coordinatore cittadino di Forza Italia, che si è anche chiesto come risolverà la sinistra, in caso di vittoria, la questione della governabilità.