Cinque anni fa, ci lasciava Guglielmo Minervini. Il 2 agosto 2016, l’ex sindaco di Molfetta, divenuto poi consigliere e assessore regionale al fianco di Nichi Vendola, perse la sua lunga battaglia contro il tumore che combatteva da anni. Un tumore che strappò prematuramente, a tutti i pugliesi, un politico animato da passione sincera, da una onestà e da un garbo riconosciuti anche dagli avversari.
Qualità che chi scrive ha osservato dal vivo, quando, agli albori della sua attività da giornalista, ebbe modo di intervistare l’allora assessore alla Trasparenza e alla Cittadinanza Attiva, allo Sport e alle Politiche Giovanili.
Correva l’anno 2010. Il primo mandato di Vendola era concluso ed era in corso la campagna elettorale per le regionali 2010, in cui il governatore di Terlizzi si presentava per la seconda volta. Fu l’anno in cui a candidarsi per le elezioni regionali fu l’ex sindaco Nicola Pice.
All’epoca, giovanissimo esordiente nel bello ma doloroso mondo del giornalismo, collaboravo con un giornale redatto dai Giovani Democratici, dal titolo “Passione Democratica”, che aveva già pubblicato un primo numero (che si sarebbe rivelato anche l’ultimo). Fu così che, per il secondo numero, in vista dell’appuntamento elettorale, mi ritrovai in via Celso Ulpiani 10, nell’allora sede dell’assessorato, prima che tutti gli uffici della Regione Puglia fossero trasferiti nel nuovo palazzo di via Gentile.
Problemi organizzativi impedirono l’uscita di quel numero e dell’intervista, al cui centro c’erano i giovani, l’assenza di prospettive lavorative, la fuga di cervelli e il poco spazio spesso riservato loro nella vita politica e sociale del Paese. Tema su cui la retorica e i proclami si sprecano, ma che a Minervini, padre di “Bollenti Spiriti”, era molto caro. Ne fu prova l’orgoglio con cui spiegò quelli che, per lui, erano i meriti del progetto e i traguardi raggiunti nei cinque anni precedenti: «Bollenti Spiriti è il nome del piano per le politiche giovanili. Al suo interno vanno collocati tutti i progetti ideati in questi cinque anni: i Laboratori Urbani, Principi Attivi, Ritorno al Futuro, il Meeting Mondiale dei Giovani e il Bollenti Spiriti Camp. Con il contratto etico si è consentito ad oltre 10mila ragazzi di usufruire di questi finanziamenti. È un piano innovativo, perché non esiste alcuna traccia di investimenti simili nelle altre regioni italiane. Con questo progetto, rivolto inizialmente ad una fascia spesso dimenticata come quella giovanile, si stanno innescando una serie di processi che riguardano le politiche economiche della regione. Da più parti ci viene invidiato. Persino il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni ne riconobbe la validità».
Per l’allora assessore uscente, il merito principale fu l’aver dato fiducia ad una generazione: «Con Bollenti Spiriti abbiamo creduto nei giovani e nelle loro potenzialità. Abbiamo investito oltre 150 milioni di euro, non guardando ad una piccola porzione di ragazzi, ma ad un’intera generazione. Grazie a queste iniziative si sta innescando un processo che coinvolge in positivo l’economia regionale. Si è così consentita la creazione di nuove attività. Io penso che “Bollenti Spiriti” sia stato reso possibile grazie ad alcune condizioni straordinarie, quali la sensibilità del presidente Vendola e il fatto che con l’assessorato abbiamo avuto la possibilità di concepire le politiche giovanili insieme a quelle per la cittadinanza attiva. Il fatto che sia un risultato eccezionale è dimostrato dall’assenza di casi analoghi in tutta la penisola».