Immagine

WEB PROJECT MANAGER
Alessandro Intini

martedì, 27 Maggio, 2025
No Result
View All Result
Immagine

DIRETTORE DA BITONTO
Mario Sicolo

DaBitonto.com
  • Home
  • Cronaca
  • Politica
  • Cultura e Spettacolo
  • Sport
  • Aziende
  • Rubriche
DaBitonto.com
  • Home
  • Cronaca
  • Politica
  • Cultura e Spettacolo
  • Sport
  • Aziende
  • Rubriche
No Result
View All Result
DaBitonto.com
No Result
View All Result

Home » Dalla malavita all’arte, da detenuto ad attore di successo. Una storia di cambiamento e redenzione

Dalla malavita all’arte, da detenuto ad attore di successo. Una storia di cambiamento e redenzione

La vicenda di Salvatore Striano e la funzione riabilitativa della pena. Può essere d'esempio per chi, anche a Bitonto, intraprende una brutta strada?

Michele Cotugno by Michele Cotugno
10 Settembre 2018
in Cronaca
Dalla malavita all’arte, da detenuto ad attore di successo. Una storia di cambiamento e redenzione
Condividi con FacebookCondividi con WhatsappCondividi via Email

 

Nei giorni scorsi, a Palo del Colle, l’attore Salvatore Striano, detto Sasà, è stato ospite del Rigenera SmartCity, il festival delle periferie organizzato in questi giorni dal laboratorio urbano Rigenera.

L’attore ha parlato della sua esperienza, dal passaggio dalla sua precedente vita da spacciatore di droga a Napoli al suo esordio cinematografico in Gomorra, il film di Matteo Garrone ispirato all’omonimo libro di Roberto Saviano.

«Le porte dello Stato erano chiuse e quelle della criminalità erano aperte» introduce Striano, parlando della sua infanzia e del suo ingresso nel mondo criminale. In un contesto di emarginazione sociale, l’attore racconta di aver mosso i primi passi nella criminalità. Finché, dopo vari arresti e dopo una latitanza, viene arrestato a Madrid e rinchiuso a Rebibbia.

«Sarei tornato a delinquere se non fosse stato per due persone» ammette Striano, ricordando le due figure che l’hanno accompagnato nel cambiamento.

La prima è la madre, morta durante la sua permanenza in carcere: «Dopo tutto quello che ha fatto per me, dopo tutte le preoccupazioni, la vita non facile che ha fatto anche a causa mia, non sono riuscito ad esserle accanto negli ultimi momenti di vita. Il rimorso è grande».

La seconda persona che l’ha convinto a trovare un’altra strada, che non fosse quella criminale, è stata William Shakespeare, di cui Striano racconta di aver conosciuto le opere in occasione di un laboratorio di teatro per detenuti, condotto dal regista Fabio Cavalli. Attraverso la letteratura, i drammi del drammaturgo inglese e quelli di Edoardo De Filippo ha capito che stava sbagliando. Ha imparato ad affrontare i suoi tormenti, i suoi sensi di colpa. E ha capito che poteva esserci un’altra strada da percorrere.

«Il teatro serve a confrontarci con i sentimenti» come disse in un’intervista di due anni fa pubblicata su Linkiesta.

E così, coltivando quella nuova passione, l’ex criminale si è ritrovato ad essere un attore, prima teatrale e poi cinematografico, chiamato a recitare in film come Fortapasc, Gorbaciof e tanti altri.

«Il ruolo della cultura è importante nel contrastare la criminalità. Attraverso la cultura si può far capire ai ragazzi che la strada criminale non è quella giusta. I criminali hanno tanti soldi ma non possono neanche stare accanto ad una madre morente, hanno ville ma non possono viverci perché costretti a nascondersi» è la conclusione di Striano, che invita a tenere vivi centri come Rigenera e tutte quelle strutture in grado di offrire alternative, centri di aggregazione, far scoprire la cultura e trasmettere interessi.

Quello di Striano è senza dubbio un caso riuscito di reintegro nella società di un individuo che ne aveva infranto le regole. Un esempio positivo di quella funzione riabilitativa che è, o perlomeno dovrebbe essere, propria dell’ordinamento giuridico di una democrazia. Nella nostra costituzione, questo principio è enunciato nell’articolo 27 comma 3, che recita: «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato»;

Un principio fondamentale della nostra civiltà che, abbandonata la funzione meramente punitiva della pena, mira oggi a perdonare, a dare una seconda possibilità, a riabilitare e reintegrare nella società.

Principio sacrosanto. Ma che spesso nella realtà fa fatica a realizzarsi. Spesso dal carcere i detenuti escono ancora più incattiviti. E non necessariamente a causa dell’indole dell’individuo. Spesso, purtroppo, non si è in grado di offrire qualcos’altro. Vuoi per le condizioni di vita in prigione, vuoi per il marchio perenne che un ex detenuto si porta addosso, anche fuori del carcere, come ha spiegato anche Striano.

Se ci sono casi positivi come quello di Striano, anche meno famosi, ci sono anche casi in cui, pur in presenza di una volontà a fare una vita diversa, l’ex detenuto torna a delinquere.

Ricordo quando, anni fa, quando, incontrai una persona con un passato criminale ma che aveva finalmente deciso di cambiare vita. Dopo tanti anni, tuttavia, a malincuore, disse, aveva ripreso nuovamente la vecchia strada.

«Almeno così sono vivo – mi disse – Non facendo nulla mi sentivo un morto. Cercavo solo un lavoro che non mi è stato dato. È tutto una falsità. La mia strada è la vecchia, perché non mi piace essere preso in giro».

Lungi dall’accettare tali giustificazioni, anche perché è erroneo pensare che le possibilità di cambiamento debbano venire solo dall’esterno, senza una reale volontà interiore. Ma questo, in ogni caso, è un esempio di fallimento di quell’obiettivo della rieducazione contemplato dalla nostra legge fondamentale, segno sicuramente della difficoltà dell’individuo ad immaginare strade diverse, rischiando così di ritornare al crimine alle prime difficoltà. Ma è anche sintomo della difficoltà sia della società ad accogliere chi, in passato, ha sbagliato, marchiandolo e additandolo a vita, sia delle istituzioni carcerarie che spesso falliscono nel proposito di proporre altri modelli di vita al detenuto.

Se è vero che se, da parte del detenuto, manca la voglia di cambiare, ogni tentativo resta inutile, è anche vero che anche da parte di Stato e società spesso non c’è molta capacità di offrire una seria possibilità di reintegro. Si rischia di escludere, emarginare l’ex carcerato. Un’esclusione che, aggiungendo rancore e  risentimento, porta più facilmente quest’ultimo nuovamente sulla via del crimine. Come un gatto che si morde la coda.

 

Articolo Precedente

CALCIO – Buon test del Bitonto a Potenza, nonostante la sconfitta per 1-0

Prossimo Articolo

I Carabinieri arrestano i tre responsabili della sparatoria del 23 febbraio

Related Posts

Incidente ieri in via Lazzati. Auto travolge e ferisce un bitontino
Cronaca

Incidente ieri in via Lazzati. Auto travolge e ferisce un bitontino

27 Maggio 2025
Impianto fotovoltaico “Pozzo delle Grue”. “Che fine hanno fatto gli ulivi espiantati?”
Comunicato Stampa

Impianto fotovoltaico “Pozzo delle Grue”. “Che fine hanno fatto gli ulivi espiantati?”

27 Maggio 2025
Salvini taglia-fondi, Cia Puglia: “Strade dell’agricoltura sempre più pericolose”
Comunicato Stampa

Salvini taglia-fondi, Cia Puglia: “Strade dell’agricoltura sempre più pericolose”

27 Maggio 2025
GenerAzioni: 21 progetti di animazione socioculturale e rigenerazione urbana per Bitonto, Palombaio e Mariotto
Comunicato Stampa

GenerAzioni: 21 progetti di animazione socioculturale e rigenerazione urbana per Bitonto, Palombaio e Mariotto

27 Maggio 2025
Un aiuto alle persone in difficoltà. Arriva l’Ufficio di esecuzione penale esterna
Cronaca

Un aiuto alle persone in difficoltà. Arriva l’Ufficio di esecuzione penale esterna

27 Maggio 2025
Bici elettriche sfrecciano fra la gente. Il sindaco fa fermare un ragazzo, i familiari minacciano Ricci e i vigili
Cronaca

Daspo urbano a Bitonto. Il centrodestra: “Il comune ascolti la nostra proposta e lo adotti in maniera istituzionale”

26 Maggio 2025
Prossimo Articolo
I Carabinieri arrestano i tre responsabili della sparatoria del 23 febbraio

I Carabinieri arrestano i tre responsabili della sparatoria del 23 febbraio

Notizie dall'Area Metropolitana

Dopo “I venerdì letterari”, altri quattro appuntamenti per “Rinascita del territorio”
Comunicato Stampa

Dopo “I venerdì letterari”, altri quattro appuntamenti per “Rinascita del territorio”

by La Redazione
24 Maggio 2025

Dopo il successo della quarta rassegna de “I venerdì letterari”, dedicata ai saggi e svoltasi tra gennaio e aprile, l’associazione...

Leggi l'articoloDetails
giovani ciclisti

Grande successo per la 3ª Giornata Azzurra dedicata ai giovani ciclisti

7 Maggio 2025
riuso

Sanb presenta la Festa del Riuso. Domani la prima giornata nel centro raccolta di Ruvo

26 Aprile 2025
campioni regionali

2º XC Colle San Pietro, Vittorio Carrer (Team Eracle) e Ilenia Fulgido (Team Valnoce) campioni regionali

16 Aprile 2025
“Monopoli, dal mare alla valle”. Domani l’inaugurazione della mostra fotografica

“Monopoli, dal mare alla valle”. Domani l’inaugurazione della mostra fotografica

9 Aprile 2025

Rubriche

Intitolato a Pina Marrone l’auditorium del Benjamin Franklin Institute
Buone notizie

Intitolato a Pina Marrone l’auditorium del Benjamin Franklin Institute

by Antonella Mezzina
24 Maggio 2025

Che cos'è la bellezza se non un miscuglio perfetto di silenzio e grazia? Uno sguardo vibrante e allo stesso tempo...

Isidoro Falchi

Isidoro Falchi

23 Maggio 2025

Mensile Online

DaBitonto.com

Privacy Policy Cookie Policy

Follow Us

  • Il Progetto
  • Redazione
  • La tua pubblicità
  • Contatta la redazione

© 2024 daBITONTO / Gruppo Intini srl - P.IVA 07183780720 Testata giornalistica – Reg. stampa n.684/2013 Tribunale di Bari
powered by Comma3

No Result
View All Result
  • Home
  • Cronaca
  • Politica
  • Cultura e Spettacolo
  • Sport
  • Aziende
  • Rubriche

© 2024 daBITONTO / Gruppo Intini srl - P.IVA 07183780720 Testata giornalistica – Reg. stampa n.684/2013 Tribunale di Bari
powered by Comma3