È Serie B per Bitonto. È Serie B per Vito Mastrodonato.
Bitontino doc, Vito è l’emblema della perfetta unione tra passione e determinazione, tra forza di volontà e sacrificio, variabili importantissime se si parla di una carriera tutta da costruire.
21 Marzo 2001, Giovinazzo – Molfetta, la data, la partita in cui Vito indosserà per la prima volta la casacca arbitrale.
«Di quella partita ricordo l’emozione, la voglia di emettere un fischio che voleva essere una consacrazione. Era come se il fischio, significasse l’inizio della mia carriera».
Fischiò, prima poco, poi tanto, e continuò ancora per tanti anni.
Anni duri, stagioni pesanti, che dopo 16 anni lo portano nel calcio che fa effetto, nel calcio che ti sussurra ogni domenica: “ci sei quasi, ancora uno sforzo, e ci siamo”.
Lo sappiamo, in fondo, tutto assume una grandezza in relazione alla vicinanza al traguardo, ai passi che mancano per raggiungerlo, al sogno che si accorcia, alla salita che diviene più faticosa. Sforzi, che alla fine ripagano sempre.
Si, perché uno come Vito, con 60 gare dirette tra Serie C1 e Serie C2, e 16 da quarto ufficiale in Serie B, gli sforzi li conosce bene.
Su tutti, la capacità di reinventarsi da arbitro ad assistente, e superare in maniera eccellente i test di ammissione alla categoria superiore.
L’Aia, è giusto spiegarlo, offre sempre la possibilità di un nuovo inizio, in un diverso ruolo, tenendo fede ai risultati ottenuti nella stagione trascorsa. Vito, e solo altri due colleghi di Lega Pro, hanno guadagnato la Serie B.
Vito era arbitro in Lega Pro, ed ora è assistente in Serie B, ha cambiato visuale ma non obiettivi.
Lui, l’arbitro di cui scriviamo, gli obbiettivi li ha fissati da quel lontano Marzo 2001, e anche da angolazioni diverse, sa di volerli raggiungere.
Che sia solo l’inizio, Bitonto se lo augura.