Amore. Cinque lettere che
racchiudono un grande concetto, su cui da sempre l’uomo si interroga.
Che cosa è l’amore? Non esiste un unico
significato della parola e scuole e scuole di filosofi, artisti, letterati,
scienziati si sono interrogati.
Francesco
Monteleone,
giornalista professionista, ha provato a ricostruire la storia delle diverse
concezioni del nobile sentimento nel suo ultimo libro “La fisica dell’amore. I filosofi e l’eros”, edito da Les Flaneurs
e presentato qualche giorno fa a Bitonto.
«I filosofi sull’amore hanno sempre scritto
poco e quando l’hanno fatto hanno affrontato l’argomento in modo complesso»
ha spiegato l’autore, ricordando come nella scuola il tema sia trattato in
maniera equivoca e come del Simposio di Platone, per pudore, non si dicano
molte cose.
«Ho
passato notti intere a cercare i pochi testi che affrontano l’argomento. Ho
letto e riletto i libri studiati in 40 anni» continua, elencando alcuni
filosofi che si sono districati nella materia, come il già citato Platone,
Voltaire, Freud, fino ad arrivare a Toni Negri e Umberto Galimberti.
«Da
Bitonto fino a Shangai, passando per la più piccola tribù africana l’amore
segue la stessa fenomenologia: nasce come emozione per poi svilupparsi come
sentimento. Con il tempo si logora e può anche finire. Non esiste un amore
unico. Si può amare più volte nella vita» conclude, sottolineando che
questo sentimento così nobile può nascondere anche lati negativi: «Siamo persone bisognose di amore, ma bisogna
trattare, perché può generare anche aspetti negativi come la gelosia»