Denunciare
alcune gravi mancanze nella gestione e nell’azione amministrativa, di
programmazione e strutturazione della sanità pugliese. Questo l’obiettivo
della conferenza stampa tenutasi oggi, lunedì 2 marzo, presso il Comitato
elettorale del Movimento 5 Stelle a Bari dalla candidata governatrice
Antonella Laricchia, dal senatore
Maurizio Buccarella (M5S) e dai candidati consiglieri in
rappresentanza degli Attivisti del Gruppo di Lavoro “Sanità” che sta redigendo
il programma elettorale pugliese dei 5 Stelle.
“Con
questa iniziativa vogliamo dare voce a tutti quei cittadini onesti che lavorano
nella sanità pugliese e che non hanno mai avuto la possibilità di fare denunce
di questo tipo – dichiara Antonella Laricchia (M5S) – Vogliamo
una sanità che funzioni che ripaghi i cittadini delle tasse che pagano
attraverso un servizio efficiente e funzionale. Non è possibile che, a questi
costi, si debbano sommare anche quelli per andarsi a curare in altre regioni
come la Lombardia, che ricevono per questo ulteriori fondi. Il nostro obiettivo– continua la candidata presidente per il M5S – è porre fine a questo
circolo vizioso. Una sanità malata non può curare i nostri pugliesi, una volta
in Regione lavoreremo per una sanità “sana” perché i pugliesi possano essere
liberi di restare qui a curarsi qui in Puglia”.
Come
è noto, in questi mesi, gli attivisti M5S pugliesi si sono riuniti in gruppi di
lavoro tematici per definire dal basso il programma regionale. Ed è proprio in
seguito ad un’indagine interna alla sanità pugliese condotta dal gruppo di
lavoro “sanità” che nasce questa denuncia: i 5 Stelle hanno puntato
l’attenzione sulle scelte organizzative delle diverse ASL regionali che
avrebbero dovuto dotarsi, sin dalla loro istituzione, di un “atto
aziendale”, che ne definisse e normasse il funzionamento, approvato dalla
Regione Puglia. Ciò per normativa nazionale, come dettato dall’art. 3,
comma 1-bis, d.lgs. 502/1992 e s.m.i.
Insomma,
sulla base di dati epidemiologici che esprimono le reali necessità del
territorio, le ASL adottano il loro atto aziendale che pertanto definisce l’intero assetto organizzativo e
funzionale della ASL, individuando le strutture operative dotate di
autonomia gestionale o tecnico-professionale in conformità alla normativa
vigente nonché ad ogni eventuale atto di indirizzo regionale in materia.
Con
l’art. 19 della Legge regionale n. 4/2010, infatti, viene definito chiaramente
che l’atto aziendale deve essere “motivato” e soprattutto che lo stesso
diviene efficace solo “ad avvenuta approvazione da parte della Giunta
regionale, anche in relazione ad eventuali modifiche e varianti allo
stesso”. Nel 2011, finalmente, si giunge all’emanazione della
Delibera regionale 1388 che definisce, in maniera ancora più stringente, come
la determinazione delle sotto-articolazioni organizzative previste dall’atto
aziendale debba essere effettuata “sulla base del fabbisogno
assistenziale”. Un fabbisogno definito da dati epidemiologici e liste
di attesa, il tutto nei limiti di bilancio e ridefinendo il numero complessivo
delle strutture autorizzabili all’interno di ciascuna ASL.
Ad
oggi, però, non risulta che la Giunta regionale della Puglia abbia deliberato
l’approvazione di alcun Atto Aziendale nelle province pugliesi.
L’assenza dei criteri, però, non ha impedito alle ASL regionali di procedere
comunque nella creazione di Dipartimenti, revisione e cessazione di strutture
Semplici e Complesse: con una abissale mancanza di trasparenza sulla
congruità delle scelte effettuate. “Il danno derivante da tale
persistente illegittimità amministrativa e gestionale – dichiara il
senatore Maurizio Buccarella (M5S) – consiste nell’impossibilità di
verificare l’aderenza delle scelte alle reali necessità assistenziali dei
territori, con conseguenze deleterie sul carico economico gravante sui
cittadini e sul corretto utilizzo dei fondi destinati. E ricordiamo che si
parla dell’80% del bilancio regionale. Come è strutturata la nostra sanità?
Sulla base di quali dati si sono fatte le valutazioni che hanno portato a
creare o chiudere strutture? Sulla base di necessità del territorio o sulla
base di accordi politici e promesse di posti di lavoro? E a pagarne lo scotto– continua il senatore pugliese 5 Stelle – è anche il morale del
Personale Sanitario, che percepisce l’arbitrarietà di tale governance come
manifesta dichiarazione di inutilità del proprio impegno e fedeltà alla ASL di
appartenenza. Il riconoscimento del proprio lavoro, infatti, deriva da molto
poco trasparenti manovre e motivazioni non verificabili ma comunque slegate dal
merito e dell’efficacia del proprio operato”.
“Oggi
denunciamo una problematica della nostra sanità che è nota da anni alla classe
politica e lo dimostrano alcune interrogazioni isolate presentate da qualche
esponente di PD e FI, nonostante ciò si è inspiegabilmente proseguito come se
nulla fosse – conclude la candidata
presidente M5S Antonella Laricchia – Sono state presentate una serie
di richieste di accesso agli atti, con l’obiettivo di comprendere
prima di tutto su quali dati si siano basate a questo punto le valutazioni
delle ASL pugliesi nella strutturazione dei loro atti aziendali che, lo
ripetiamo, non sono mai stati approvati dalla Regione Puglia.Oltre a
questa prima richiesta vogliamo invitare l’assessore regionale Pentassuglia a
chiarire ai pugliesi le motivazioni che hanno spinto la Giunta a non approvare
in tutti questi anni gli atti aziendali – continua la candidata
presidente Antonella Laricchia (M5S) – Il nostro impegno per la
legittimità e la regolarità dell’azione amministrativa in materia sanitaria è
appena incominciato. L’obiettivo del Movimento 5 Stelle sarà garantire un
servizio migliore ai cittadini pugliesi, anche attraverso il ripristino della
meritocrazia fra gli operatori sanitari”. Su twitter, i 5 Stelle
hanno lanciato l’hashtag #PentassugliaRispondi.