«I
cittadini devono essere consapevoli di quanto accade, basta con la
trasfigurazione della realtà».
Questo è stato l’obiettivo
della conferenza stampa dell’onorevole bitontino del Movimento Cinque Stelle, Francesco
Cariello, che nella sede del movimento grillino “Bitonto in Movimento” ha
toccato i principali argomenti della più stretta attualità politica nazionale.
E lo ha fatto concentrandosi soprattutto sugli aspetti economici, sulle riforme
costituzionali, tra cui quella recentissima del Senato, sull’euro e sulla legge
elettorale, con l’intento di «lanciare
dei messaggi affinché i cittadini comincino a prendere coscienza della
situazione generale».
«La
politica ha creato allucinazione generale, spostando attenzione su questioni
che, seppur importanti, non sono prioritarie per il Paese –
ha esordito Cariello –. Significa prendere
in giro il cittadino, noi invece vogliamo opportunamente informarlo. La
situazione economica è oltre il livello critico e questo Paese non si salverà
da solo».
A sostegno delle
sue valutazioni, il deputato pentastellato ha illustrato un documento di economia e finanze del governo
Renzi sull’indebitamento pubblico.
«La
situazione dell’Italia era chiara già da aprile: il Governo non può venire in
Parlamento dicendo certi dati ma poi smentito dagli stessi dati oggettivi. Non
serve che ce lo dica l’Istat che il Paese è in recessione, la situazione la
tocchiamo per mano concretamente nei mercati, con i commercianti, tra i
lavoratori. Nel documento c’è scritto che nel 2014 il PIL sarebbe stato in
crescita dello 0,8%. Invece siamo in netta controtendenza e il documento lo
testimonia. Con una disoccupazione al 13%, un Paese cosciente deve pensare al
lavoro, programmarne uno sviluppo concreto invece di pensare alla riforma della
costituzione del Senato. Questo Governo non ha idee chiare su come sviluppare
questo Paese, si pensa solo a privatizzazioni e tassazione. E quando l’abbiamo
evidenziato, siamo stati tacciati di essere “gufi”. La crescita non si fa solo con l’avanzo primario, ovvero
aumentando le tasse e tagliando le spese. Anche perché, per quanto riguarda il
piano di sostenibilità del debito pubblico, il documento ci dice chiaramente
che l’Italia fino al 2017 non rispetterà sicuramente il Benchmark, ovvero l’insieme di regole previste dal fiscal compact. Con questa previsione,
come si può dire che questo Paese potrà uscire dall’austerità? E tra l’altro
rischiamo di subire dall’Unione Europea un procedimento per debito eccessivo».
La situazione
italiana, dunque, è piuttosto chiara e complicata. «Il nostro tasso di crescita è inferiore rispetto al tasso di
interesse, ovvero al costo del denaro. Pertanto meno riusciamo a produrre
crescita e più avanzo primario devi creare. Ma non è questa la strada da
percorrere».
Quale allora la
ricetta per la crescita secondo Cariello?
«Il
governo per rendere sostenibile il debito pubblico deve ripensare alle piccole medie imprese, ai lavoratori
autonomi, alle microimprese, alle singole partite iva –
consiglia l’ingegnere bitontino –. Io
avrei preso quei 10 miliardi utilizzati per comprare il consenso dei lavoratori
e li avrei investiti nella detassazionee sburocratizzazione delle piccole
medie imprese, di coloro che realmente ti creano economia immediata, ovvero il
reale motore del paese. E avrei facilitato l’accesso
agli investimenti e al credito da parte di queste imprese».
Cariello poi sposta
l’attenzione sulle riforme
costituzionali attualmente in discussione in Parlamento.
«Un
governo che oggi punta sulle riforme costituzionali sta semplicemente
distogliendo l’attenzione – osserva –.Noi cercheremo di portare la battaglia sull’economia e
sull’occupazione colpo su colpo nei provvedimenti che ci presenta il Governo.
La Camera dei Deputati ora riceverà tutte le riforme costituzionali licenziate
dal Senato, noi in ogni spazio a disposizione diremo a tutti gli italiani che
quella non è la priorità, uscendo dall’aula o portando il dibattito al di fuori,
ma noi vogliamo portare la barra della discussione sul lavoro e sullo sviluppo
delle imprese. Il politico deve assicurare i livelli minimi di assistenza
sanitaria, di trasporti, di iniziative imprenditoriali, significherebbe portare
l’Italia ad un livello basilare di lavoro e ad una disoccupazione fisiologica.
Vogliamo tornare ad una crescita a due cifre, essere in Europa il treno per le
riforme a 360°».
Cariello non le
manda a dire neanche sull’Euro e
sull’Unione Europea. «L’Euro che ci hanno somministrato è basato
solo su delle regole finanziarie – ha aggiunto Cariello –. E poi c’è la Germania. Il motto
dell’Unione Europea è “uniti nella
diversità”, per la Germania è l’omologazione. E l’Italia non cadrà mai a
questi patti. Dobbiamo conservare la nostra tradizione, le nostre peculiarità e
diversità previste nei trattati di Maastricht ma che sono state annientate dai
progetti europei».
Legge
elettorale. «L’Italicum è la visione di legge
elettorale del Partito Democratico, dopo aver dormito per venti anni e aver
votato tre legislature con una legge elettorale incostituzionale – spiega –. Noi, con Luigi Di Maio, al tavolo col PD, abbiamo
illustrato la nostra idea di legge elettorale che è risultata persino
piacevole, come sull’aspetto delle preferenze, ma il PD parla solo per
ideologie e quando c’è da decidere fanno sempre il contrario. Di Maio aveva
proposto le preferenze, il PD invece ha preferito parlare con Berlusconi. Il
M5S sa che la legge elettorale con le preferenze non calza a pennello per come è
organizzato ma non è un problema, i cittadini anzi devono apprezzare una forza
politica che per la rappresentatività costituzionalmente istituita può fare a
meno di Francesco Cariello e tanti altri come me».
Sulla riforma del Senato, la maggioranza ed
il Governo hanno criticato gli 8mila emendamenti presentati dalle opposizioni,
in gran parte da Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord. Il M5S ne ha presentati
appena 200. «Abbiamo fatto opposizione
consapevole e sincrona con SEL e Lega Nord per fermare e cambiare la riforma. Noi
stiamo parlando di una legge costituzionale, i padri costituenti ci hanno messo
3 anni per farla, noi appena un’estate».
Tra i vari passaggi
della riforma, l’aumento del numero di firme per poter portare una legge di
iniziativa popolare in Parlamento. «O si
reputano i cittadini dei somari o sei un dittatore – conclude Cariello –. Questa è la priorità del Paese? Questa è l’esigenza
per un cittadino italiano? La gente è incazzata, lì non vogliono vedere più
nessuno, la gente vuole lavoro, lo stipendio per dignità».