La masseria torre Pingiello o Pinciello, antica struttura difensiva posta a sud del centro urbano tra via Megra e via Vecchia Toritto, annotata fra le opere dell’Istituto Italiano dei Castelli, è databile presumibilmente al XVI secolo. Inserita nei catastali del 1728, 1753, 1815, fu costruita da Giovanni Paolo Bovio (Bove), il cui stemma araldico era presente sulla facciata principale della torre.
La torre, con base quadrangolare, sviluppata su due livelli, racchiude al pianterreno ambienti votati a botte, mentre al piano superiore spiccano caratteristiche finestre con stipiti in pietra ed una minacciosa caditoia posta in corrispondenza dell’entrata principale.
Adiacenti al fabbricato vi sono rustici ambienti destinati a deposito e stalle con le caratteristiche mangiatoie incavate nello spessore della muratura. Tutt’intorno, un recinto quadrangolare, caratterizzato da un ingresso ad arco a grosse bugne centinato, racchiude e difende la masseria. Un tempo, su tale ingresso era posta un epigrafe sulla quale si leggeva: “Benedictus qui venit in nomine Domine”, oggi scomparsa a causa dei soliti ignoti!
Riguardo al “topos Pingiello”, potrebbe derivare da “pinguus”, zona fertile, pingue e salubre a mezzogiorno di Bitonto. Infatti, in queste terre fertili e ricche di verdi ulivi secolari è possibile ammirare in superficie numerosi frammenti ceramici databili dal XIV al V sec. a.C., che attestano in luogo la presenza dei primi nuclei abitativi sin dall’età del Bronzo (insediamento località “Tauro–Pingiello”).
Nel 1980, in contrada “Pingielli-Megra”, lungo la strada comunale esterna viene notato un fondo rustico, oggetto di scasso per la formazione di un vigneto, con materiale fittile di età preistorica e storica. Cinque pezzi archeologici, ivi recuperati, vengono donati al Museo Civico di Bitonto. Tutt’intorno, nelle immediate vicinanze di questa vetusta torre vengono individuati altri importantissimi siti archeologici: “Tauro, Malnome, Chiancarello”.
Attualmente tale struttura rurale versa in condizioni statiche alquanto precarie (la copertura della torre è andata distrutta lasciando senza volta l’ambiente superiore) e necessita di immediati interventi atti a scongiurarne la scomparsa.