Da inizio anno è partita la rubrica del giornale daBitonto “Bitontino/a dell’anno”. Il profilo segnalato alla pagina facebook della testata è quello di Michele Muschitiello, che andiamo a presentarvi. Questo sarà l’ultimo appuntamento, che va a concludere idealmente l’anno appena trascorso. Vi ricordiamo che continueremo a raccontare le storie dei concittadini che si sono distinti nel corso dell’anno secondo i criteri che comprendono: attività benefiche e di volontariato, iniziative a favore del prossimo, tesi di laurea che valorizzano il patrimonio storico-artistico della città, e progetti rivolti alla comunità. Invitiamo tutti i cittadini a segnalare figure meritevoli, contribuendo così a rendere la nostra città ancora più vivace e attiva. Da giugno in poi, uno al mese, fino al prossimo maggio 2026.
Se la nostra città ha ancora memoria, identità e radici robuste, lo dobbiamo anche a chi, come Michele Muschitiello, ha scelto di difenderle, coltivarle, donarle. Nefrologo in pensione, per anni al servizio del nostro ospedale, è anche – e forse soprattutto – il custode della bitontinità, nella lingua, nella storia, nella poesia.
È grazie a lui se oggi la Giornata del Gonfalone è stata recuperata, viva nel cuore e nella voce dei cittadini. Una giornata dedicata al nostro stemma, al nostro gonfalone, nel nome della storia. È con questo spirito che, nella sala degli specchi di Palazzo Gentile, Muschitiello – insieme al compianto prof. Giuseppe Paciullo e all’allora sindaco Michele Abbaticchio – raccontò alla città una pagina gloriosa spesso dimenticata. Il 27 maggio del 1551, infatti, Bitonto si riscattò dal giogo feudale, pagando 66mila ducati per tornare città libera, del Regio Demanio. “Sul simbolo della città – ha spiegato – ci sono cinque uccelli rapaci che divorano il frutto della città: rappresentano le cinque volte in cui Bitonto fu infeudata. Come si ricorda la Battaglia, segno di una città passiva, si dovrebbe ricordare anche questo evento, segno di un riscatto di libertà”.
Svolge una frenetica attività di studi e documentazione, elaborando testi teatrali che ottengono grande successo. Nato a Bitonto nel 1948, si laurea in Medicina e Chirurgia nel 1974 presso l’Università degli Studi di Perugia, conseguendo poi nel 1978 la specializzazione in Nefrologia Medica presso l’Università di Bari. Nel 1990 corona il suo sogno professionale con l’istituzione di un Centro Dialisi presso l’Ospedale Civile di Bitonto, di cui diviene ben presto responsabile.
Nel 1985 viene eletto consigliere comunale e riconfermato nel 1990, ricoprendo per circa tre anni il ruolo di consigliere delegato alla Cultura. In questo periodo promuove numerose manifestazioni che spaziano dalla musica alla poesia, alle arti figurative. Nel 1994 è il più suffragato di una lista civica d’ispirazione cristiana. Il quotidiano rapporto con i più deboli e l’anima autenticamente popolare lo entusiasmano e lo spingono a documentare con passione le più genuine tradizioni locali. La sua opera di ricerca si estende alla storia cittadina, al dialetto, all’identità profonda di Bitonto, testimoniata da saggi, commedie, poesie e pubblicazioni di grande valore.
Muschitiello è un speleologo dell’anima locale. Ha riscoperto storie e personaggi, usanze e proverbi, regalando ai bitontini strumenti per sentirsi parte di qualcosa che viene da lontano. “L’arte de r’aloje”, “Mamme t’arrecurde”, “Storie di casa mia”, “U Natèule”, “Jidde e Jedde” e decine di altre pubblicazioni, sono pagine di poesia, teatro, umorismo, ma anche testimonianze civiche e morali. I suoi scritti sono entrati nelle scuole, nei teatri, nelle case, nei cuori.
Con la diverse compagnie teatrali locali, “U Seppùnde” e “Re Pambanell”, ha riportato il dialetto sulle scene. Con le sue poesie ha cantato Bitonto nelle sue luci e nelle sue ombre, nei suoi riti contadini e nella vita ospedaliera, nei detti popolari e nella politica locale. Sempre con uno sguardo umano, ironico, tenero. E ogni anno, ci dona anche il suo calendario, un piccolo rito che tiene accesa la fiamma della nostra memoria comune.
Perché Bitonto è come l’ulivo: una pianta antica e contorta, che sa resistere e germogliare, se qualcuno ha cura delle sue radici. Michele Muschitiello è quel qualcuno.
Per aver ridato senso al nostro stemma e dignità alla nostra lingua, per aver fatto della cultura popolare una forma di resistenza e rinascita, per aver donato a Bitonto una voce che suona come la sua anima, Michele Muschitiello è il nostro bitontino dell’anno.