Accade sovente che passano inosservati nel panorama nazionale eventi culturali dall’altissimo significato morale e legalitario, tant’è che ci pensa poi il grande pubblico a sancirne il successo unitamente alle Istituzioni coinvolte, imponendoli all’attenzione dei media.
Parliamo della mostra “Salvarti-Dalle confische alle collezioni pubbliche”, esposizione di opere sottratte alla mafia e tornate patrimonio pubblico: due le tappe, la prima, appena conclusa, a Palazzo Reale a Milano (dove ha bruciato una media in pochi giorni di quasi 20.000 spettatori), la seconda al Palazzo della Cultura di Reggio Calabria fino al 27 aprile prossimo. Banda della Magliana e ‘ndrangheta, De Chirico e Warhol: l’inferno della criminalità e il paradiso dell’arte si incontrano in questa mostra.
Oltre 80 capolavori, frutto di traffici illeciti, tornano ad essere patrimonio di tutti dopo due grosse operazioni di confisca a indagati vicini alla criminalità organizzata e diventati collezionisti. Un tesoro dal valore complessivo di milioni di euro e che potrebbe riempire collezioni museali in tutto il mondo: tra gli artisti, Warhol, De Chirico, Fontana, Carrà, Cascella, Schifano e tanti altri. La mafia si interessa all’arte perché investire in dipinti e sculture sono una via ottimale per riciclare denaro sporco.
“Salvarti” è stato il frutto di una collaborazione fra Comune di Milano, Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Ministero della cultura e città metropolitana di Reggio Calabria. Dietro questa mostra vi sono state inchieste complesse, nonché lunghe perizie per stabilire l’autenticità delle opere scovate nelle case dei boss, di cui uno è indagato con legami con la banda della Magliana. Tuttavia, a prescindere dal valore intrinseco, l’arte liberata rappresenta la sfida vittoriosa dello Stato nei confronti della criminalità per riaffermare il valore della legalità e della cultura. E’ l’esaltazione della bellezza rispetto alla bruttezza e all’opacità del delitto. Plastica rappresentazione della vittoria del diritto sul delitto. Dopo le mostre le opere prenderanno la strada dell’assegnazione permanente ad importanti musei nazionali, come la Galleria nazionale di Cosenza, quella d’arte moderna di Roma, la Pinacoteca di Brera.
(rubrica a cura di Gaetano Tufariello – foto Ministero della Cultura – Emanuele Antonio Minerva)