“Che barba che noia, che noia che barba”…così una indimenticabile Sandra Mondaini commentava l’atteggiamento distaccato del coniuge Vianello, che sul talamo matrimoniale si spaparanzava con l’immancabile Gazzetta dello Sport tra le mani, disdegnando ogni attenzione nei suoi riguardi…
Penso che allo stesso modo l’opinione pubblica reagisca oggi all’informazione diffusa via social, via TV, via giornali, nei talk show: una informazione monocorde, monocolore, divisa tra adulatori ed oppositori del potere che disquisiscono sui massimi sistemi mentre i problemi reali della gente, della società, del pianeta restano sullo sfondo, quale inutile contorno, orpello.
E non c’è zapping televisivo o rassegna stampa che possa elevare questa informazione, perchè settimanalmente, quotidianamente calano dall’etere armi di distrazione di massa che occupano i canali tv, le radio, le prime pagine dei giornali, si mobilitano gli opinionisti, i politologi, i giornali vendono più copie, lo share aumenta.
Abbiamo trascorso una intera estate con la telenovela Sangiuliano-Boccia, divisi tra colpevolisti ed innocentisti, tra intransigenti falsi moralisti e tolleranti bacchettoni, tutti eccitati all’idea di spiare e giudicare dal buco della serratura. Nelle ultime settimane ci siamo proiettati nello spazio, lo SpaceX di Musk, così tutti a parlare di satelliti, dei diavoli o spauracchi Musk e Trump, di un fantasmagorico contratto di un miliardo e mezzo di euro in cinque anni a carico del contribuente a fronte di una trattativa forse mai avviata. Ma tutto questo è bastato ancora una volta per allontanarci dalla realtà, dal quotidiano delle nostre pensioni, della sanità senza risorse, dei treni che non partono, del caro bollette.
La stampa, piuttosto che pungolare il potere sui problemi reali, segue questo andazzo, ne è prova l’ultima conferenza stampa, la prima di inizio anno, della Presidente del Consiglio, trasformatasi in un siparietto tra la stessa Meloni e alcuni giornalisti che le chiedevano nientepopodimeno se calpesta le formiche, perché secondo i nonni quando si calpestano le formiche piove sempre…
Cambiano i tempi, cambiano i canali ma il risultato è sempre quello: l’attenzione dell’opinione pubblica è dirottata da problemi strutturali, da rischi incombenti, da responsabilità reali a faccende marginali, a episodi frivoli, a dettagli irrilevanti, facendo aggio sui preconcetti più comuni e sulle dinamiche tipiche della psicologia di massa e della percezione umana della realtà.
Non stupisce che proprio in questi giorni la Treccani abbia elevato a nuovo linguaggio della neopolitica il termine supercazzola, l’invenzione lessicale nata nel film di Mario Monicelli Amici miei del 1975 per indicare una ‘frase priva di senso pronunciata con convinzione al fine di confondere l’interlocutore’.
Tra armi di distrazione e supercazzole, l’opinione pubblica si fa sempre più populista e, afflitta da un bisogno bulimico di alimentarsi, attinge da gran tempo a trasmissioni quotidiane di gossip scambiandole per informazione.
Aggiungasi, poi, l’imperativo della brevità dei messaggi in quei social di cui siamo dipendenti, a impedire qualunque approfondimento e a consentire l’illusione di “farsi un’idea” dando un’occhiata rapida al post o al tweet di turno.
Il tutto mentre le tragiche immagini di una Los Angeles e di una California assediata dal fuoco, per effetto di un cambiamento climatico irreversibile, scorrono sul fondo e ci fanno dire, con la citazione di Tito Livio, “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur” (mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata).
(rubrica a cura di Gaetano Tufariello – fotogramma tratto da “Amici miei” di Mario Monicelli)