Una domenica di quasi mezzo secolo fa. Una vita, forse. Indimenticabile, però. L’istantanea che ne immortala la bellezza vede scalpitanti giovani incerti se guardare l’obiettivo del fotografo o il Mito schierato insieme a loro, al centro, in abiti borghesi. Una luce che sembra d’aurora dolce sale alle loro spalle e circonfonde tutti, massime quell’eroe dell’Azteca nomato Gigi Riva. “Mai vista tanta gente sulle gradinate del nostro comunale – principia il soave naufragio nella memoria di Salvatore Ercole, terzino di lotta e di governo, gamba robusta e corsa intelligente-. Il Cagliari giocava a Bari e allora venne a Bitonto. Si giocava un quadrangolare in ricordo del professor Nicola Rossiello. Arrivammo in finale contro il Bari Primavera dei baresi, con Giovanni Loseto, Michele Armenise e Giorgio De Trizio, la nidiata che poi arrivò in prima squadra con Enrico Catuzzi, ma quel Torrione era fortissimo, vincemmo per 2-1. So che feci un’ottima impressione proprio a lui, ma non se ne fece nulla. È stato un onore immenso per me essere stato visionato da quel grande cannoniere e grande uomo”. Essì, quella società tanto gloriosa era un traguardo agognato per tanti piccoli innamorati del cuoio, i più forti finivano per approdare fra i leoni neroverdi. “Sembrava che stessimo a stretto contatto con Dio. Credo avesse da poco dato l’addio al calcio ed in noi bambini era ancora forte l’impressione di Messico ’70. Diede il calcio d’inizio alla partita. Era una bellissima mattina di festa. Ci raccomandò di giocare a calcio per divertirci senza mai abbandonare il sogno, proprio come aveva fatto lui”, sorride avvolto da una nuvola di felicità Amedeo Savoni, fantasista tutto lampi e classe. “Sì, è vero, ci disse di continuare a divertirci, a provare gioia nell’inseguire un pallone sul campo”, conferma Michele Marinelli, centrocampista dotato di raffinatezza antica e senso geometrico, che il Campione ammirò quel dì. Ecco la bellezza della vita: continuare a contemplare con occhi puri la vita e serbare nel cuore i segni incancellabili di una giovinezza irripetibile, che si nutrì di onirica meraviglia dinanzi ad un Uomo che fu “Rombo di Tuono e di Poesia”.