Più rivolgo uno sguardo panoramico (e dolente) alla vita di questo Paese – a talento vostro, metteteci pure la minuscola, in tutti i sensi – e più mi convinco che non sia un caso che si sia spento in queste ore Beppe Leccese. Sì, nel cuore degli anni Novanta – epoca di grandi travagli e altrettante trasformazioni, non tutte positive -, è stato segretario di Alleanza nazionale a Bitonto, ma questo potrebbe non dire tutto della sua figura. Occhi scintillanti intelligenza, baffo arguto, parole pensose, sorriso ironico sempre acceso: ognora aperto al dialogo mai banale, per lui l’agire politico era idea che si inverava nell’azione, sempre sorretta da un robusto e inattaccabile bagaglio culturale, giammai passiva compartecipazione a segrete camarille in vista di un miserando guiderdone più o meno immediato. Era adesione appassionata ad un principio ideale da difendere strenuamente, non attesa di un quid che lo miracolasse. Insomma, oggi sarebbe un autentico marziano. Per capire meglio chi è stato Leccese, ecco il ritratto impeccabile che ne ha fatto lo scrittore giornalista Marino Pagano, che ne sottolinea passione, onestà e sincerità, a conferma di quel che su scrivevo: “Siamo a maggio 1996: il mio primo articolo, intervista a lui, in quanto segretario di Alleanza Nazionale a Bitonto. Il partito aveva manifestato netta contrarietà rispetto alla giunta dell’epoca ed il giornale mandò me a sentire la voce del circolo.
Provo molto dolore. Un eterno fanciullo, una delle prime persone che mi ha avvicinato alla passione per la politica, un animo appassionato, un uomo onesto e sincero. Ogni volta un abbraccio largo, affettuosissimo. Il buffetto dell’amico maggiore che ti vuol bene. Tutto questo non potrà mai finire. Un dispiacere che si sposa però alla gratitudine di averti avuto amico e formatore culturale, caro Beppe, in anni belli, verdi, pieni di desideri volti al futuro. Ti porterò dentro di me con un sorriso, quello che mi regalavi sempre ad ogni nostro incontro. Ci ritroveremo in quella stessa idea che ci ha unito, diversi come forse in parte eravamo e però spinti ad una concezione di cultura che contemplasse l’azione, il dinamismo, senza chiusure, con tanto amore per la vita.
Un grande e commosso abbraccio alla moglie ed alle figlie, le amiche di sempre Marilidia e Valentina Leccese”.