Nel nome della propria sensibilità alla cura del paesaggio e del patrimonio storico e culturale, il Centro Ricerche di Storia e Arte – Bitonto accoglie volentieri, sotto la sua custodia, l’epigrafe ritrovata, alcuni giorni fa, dai volontari della sezione cittadina dell’associazione 2hands, organizzazione non-profit guidata dalla missione di rimuovere rifiuti incivilmente abbandonati nelle campagne e nelle periferie, di sensibilizzare la popolazione locale sulla gravità di questi comportamenti e sulla necessità di avere cura di luoghi che caratterizzano il nostro bellissimo paesaggio.
L’epigrafe in marmo, rinvenuta durante una delle frequenti attività, nelle immediate adiacenze della Piscina Comunale, lungo via Nicola Piacente, riporta un’iscrizione funebre in latino che onora e ricorda il defunto Giovanni Degni scomparso il 7 gennaio 1832, «dottore in diritto civile e canonico», meritevole di omaggio da parte dei figli «per il sostegno dei bisognosi e per aver combattuto la loro povertà celeberrimo, lui che, avendo gestito in modo integerrimo le pubbliche ricchezze, si distinse per singolare temperanza zelantissimo nell’educare i figli, ottimo padre di famiglia accanto alle avite case una dimora e un sacello gentilizio fece costruire, visse 73 anni 2 mesi e 4 giorni».
Probabilmente a seguito di lavori di ristrutturazione non a norma, la lastra in marmo, spezzata in due parti, era stata abbandonata in quel luogo alla periferia di Bitonto.
«L’abbiamo trovata tra un cumulo di calcinacci e scarti edilizi, gettata lì come spazzatura», specificano i volontari.
«In effetti, lascia assai interdetti il fatto che si possa abbandonare tra i rifiuti persino questo tipo di testimonianze del passato. Un fatto, dunque, più che censurabile. Grazie ai volontari per l’affidamento dell’epigrafe. Come sempre, sarà cura del sodalizio custodire con cautela ed attenzione il manufatto», dichiara Marino Pagano, presidente del Centro Ricerche di Storia e Arte – Bitonto.
«La data impressa ci ha fatto pensare a qualcosa di antico e importante – chiariscono ancora gli attivisti -, così abbiamo deciso di recuperarla e provare a scoprire la sua storia. Attraverso l’amico Pasquale Fallacara, abbiamo recuperato la targa per consegnarla al Centro Ricerche di Storia ed Arte affinché possa effettuare delle ricerche storiche per risalire all’originaria ubicazione».