Sindacati, studenti, insegnanti, dirigenti, tutti i rappresentanti della scuola della provincia di Bari sono scesi ieri in piazza della Libertà, nel capoluogo pugliese, per manifestare il loro disappunto alla decisione presa dal prefetto Antonia Bellomo di scaglionare gli ingressi nelle scuole superiori dell’area metropolitana barese alle 8 e alle 9.40. Decisione che, non escluderebbe, per il futuro “una verifica e una rimodulazione anche in relazione ai singoli casi”, hanno chiarito dalla prefettura.
Ma per i sindacati il vero problema è rappresentato dal sistema dei trasporti: “Su questo non arretreremo di un millimetro – ha detto Gianni Verga, segretario generale Uil Scuola Puglia -. Ci avevano rassicurati che il sistema dei trasporti era sotto controllo, ma in realtà così non è stato perché – a pochi giorni dal suono della prima campanella -, scopriamo che soltanto in provincia di Bari, a differenza delle altre province pugliesi, si viaggerà a doppio turno, con una flessibilità oraria di ben 100 minuti. Questo non accadrà né in provincia di Napoli, né nel Lazio”. Al momento, dopo le conferme dalle aziende di trasporti “diventa difficile correre ai ripari: per noi l’unica soluzione è aumentare il numero dei mezzi di trasporto – ha aggiunto Verga -, ma la complessità della città metropolitana la si conosceva da tempo e l’assessorato ai trasporti regionale su questo ha fallito”.
Si è detto “triste” per il sit-in di oggi il segretario provinciale della Snals Confsal, il bitontino Vito Masciale, perché rappresenta “una sconfitta delle istituzioni locali: avremmo potuto discuterne nei mesi estivi per organizzare la scuola in presenza, per questo contesto l’assenza e l’inefficienza delle istituzioni locali in questo momento, perché sono stati miopi verso le istituzioni scolastiche. Non è possibile che lo scaglionamento possa risolvere il problema pandemico, perché questo dà diritto alla presenza, ma non allo studio”.
Non mancano nemmeno le lamentele degli studenti a tal proposito: “Noi abbiamo mandato una lettera al Prefetto perché entrare un’ora e 40 dopo, significa uscire un’ora e 40 dopo – ha detto una liceale del “Socrate” di Bari -. Non possiamo pranzare perché non abbiamo spazi da utilizzare per via del covid, ci sono scuole, come istituti tecnici e professionali, che finirebbero alle 20 e questo impatterebbe sulla vita scolastica e sulla vita personale: non si potrebbero più coltivare hobby e gli studenti con disabilità che hanno bisogno di assistenza specialistica dovrebbero spostare i loro orari o trovare altre soluzioni”.
Un gruppo di sindacalisti è stato ricevuto dal Prefetto Bellomo: “La delegazione che è stata ricevuta ha le idee chiare – ha aggiunto Roberto Calienno, segretario generale della Cisl Scuola Puglia -. C’è bisogno del turno unico perché dal punto di vista organizzativo è impensabile gestire la scuola in questo modo; dal punto di vista dell’offerta formativa la situazione è ancora peggiore: il rischio è di aumentare ulteriormente la dispersione scolastica, perché si crea un disservizio in quanto i ragazzi torneranno a casa anche alle 18. Se questa è la qualità dell’offerta formativa dopo 2 anni di didattica a distanza, allora siamo preoccupati”.
Questo “è un provvedimento che se non viene ritirato – ha detto ancora Calienno – così come noi chiediamo, va a minare il principio costituzionale dell’autonomia scolastica delle singole scuole che devono agire nel miglior modo possibile, tenendo conto di quelle che sono le esigenze di studenti e famiglie”.
Più ottimista il commento del segretario generale Cgil Scuola Bari, Ezio Falco: “Ci conforta il fatto che il Prefetto di Taranto nella giornata di ieri abbia ritirato il provvedimento analogo a quello di Bari, segno evidente che si sta prendendo coscienza del fatto che i problemi creati da questo tipo di provvedimenti, quindi l’istituzione dei doppi turni, sono problemi maggiori a quelli che si risolvono”.